4^ Annali d’ Italia. ftigo . Prefo che fu da i Veneziani il Cartello di Padova a difcrezione," sì quei Nobili, che colà s’erano ritirati, che molti altri preii nella Città, furono inviati nelle carceri di Venezia, dove Leonardo de’Triflini finì prello la vita, altri fui fine di Novembre furono pubblicamente giudiziari ( rigore nondimeno fin dallo ileiTo Bembo difapprovato ), e que* pochi, che poterono durar ivi per molti anni, fi videro poi confinati in varj Luoghi delle colle maritime. Oltre a ciò la maggior parte de gli altri Nobili Padovani fu chiamata a Venezia, con ordine di prefen-tariì ogni dì a un certo Ufizio. Molti d’eili,e delle principali Famiglie , per paura, e per altre cagioni, fe ne fuggirono dipoi, con venire perciò dichiarati ribelli, ed applicati al Fifco tutti i lor beni. L’Autor Padovano regiilra il nome di chiunque foggiacque a tal flagello, per cui perì il fiore di quella Nobiltà. Qui nondimeno non finirono le fcia-gure di quel povero Popolo. L’avere in quella maniera, cioè quafi dilli tanto vilmente, Maf-fìmìliano L'efare lafciata perdere la nobil Città di Padova , molle allora le voci d'ognuno, e poi le penne de gli Storici a proverbiare la di lui iomma difattenzione e indolenza nel non mai unire il fuo efercito e calare in Italia. Già titubavano anche le Città eli Verona e Vicenza , nella qual ultima fi ritirò in fretta il Deipota Collantino; e d’uopo fu, che per lollenerla accorrere il Signor della Paliffa con fettecento lande Franzefi. Intanto i Veneziani ricuperarono tutto il Contado di Padova, e venne lor fatto di acquiilar anche Lignago , Terra o fia Cailello forte full’ Adige , che mirabilmente fervi loro in quella guerra. Riufcì e-ziandio a i medefimi un colpo, che fece grande ilrepito per Italia. Se re ilava Francesco Marchefe di Mantova nell’ Ifola della Scala con poche truppe, dimentico della vigilanza e delle precauzioni, che ogni accorto Capitano dee prendere in tempo di guerra . Di ciòavvifato da i Villani Carlo Marino Provveditor di Lignago , fegretamente difpoile le co-fe, fpédì colà Lucio Malvezzi con ducento cavalli leggieri, e Citolo da Perugia con ottocento fanti, e molte brigate di contadini, che giunti la notte , fvaligiarono d’armi, cavalli, e arnefi tutti i foldati del Marchefe. Fuggì egli in camicia, e naicofo in un campo di miglio, o fag-(a) Equìtol*S^na » promife molto ad un villano, fe il falvava : ma da coilui tradito Cronica di cadde in mano di chi gli faceva la caccia. Fu condotto a Lignago, e (bTpauius clu^nc^^ a Venezia, dove fu carcerato nella prigion delle Torrefelle, e ¿curici? quivi per lungo tempo fi riposò . L’Equicola (a) , e Fra Paolo Carme-Hift.MSta. litano (¿) , riferìfcono al dì 9. d’ Agoilo la prigionia di quello Principe. ^col/mJ!'11 Buonaccoriì lcrive (c) , che nel dì 7. di Agollo s’intefe qaeila nuo-(4) Bai.bo. va in Firenze. Ma falla , perchè il Bembo(d) va d’accordo coIl’Equi- cola.