AnnoMDIX. 43 tànte altre concioni fatture del folo fuo ingegno, ancorché egli feriva d’aver tradotta quefta dal Latino, nel qual linguaggio fu recitata dal Giuftiniano. Io non entrerò in quefta difputa, per cui fi fon molto fcaldati vatj Autori, come diffufamente fi può vedere nella Storia Fran-zefe della Lega di Cambrai. Solamente dirò, che lo fteffo Bembo at-tefta dato ordine al Giuftiniano di proccurar la pace con qualfivoglia dura condizione, e di riconofcere da Cefare , qualunque Terra dell’ Imperio, che la Repubblica pofl'edeflè in Friuli e Lombardia. Quefta Ambafciata, o fia che feguifle dopo tante perdite, come vuole il Guic-ciardino , o pure prima, fecondochè s’ha dal Bembo, credendo altri, che due volte il Giuftiniano folle inviato a Ma/fimiliano: a nulla fervi. Perciò il Senato Veneto, non obbliando l’antica fua generofità, diede* fi a fare ogni poilìbile sforzo, per accrefcere il quafi annichilato efer-cito fuo. Vennero a Venezia i prefidj, che abbandonarono la Romagna e il Regno di Napoli* giunfero dallTftria, Albania, e Dalmazia non poche fchiere di gente bellicofa ; e il Conte di Pitigliano Generale, coll* efibir groffo ingagiamento, traile alle fue bandiere affaldimi foldati Italiani, di maniera che fi mife infieme un efèrcito capace di campeggiare. Intanto i Cardinali Grimani e Contarino aveano fatti buoni ufizj in Roma preffo il Papa, facendo conofcere, che la Repubblica coll’avere reftituite le Città della Romagna entro il termine de’ventiquattro giorni preferitti dal Monitorio, non era incorfa nelle cenfure; e parve loro di feoprire qualche buon raggio d’animo mitigato del Pontefice: del che avvifato il Senato mandò tofto a Roma Ambafciatori con ifperan* za di guadagnar molto più con quefta fommefiione. Non furono pubblicamente ricevuti. Pretefe il Papa non adempiuto quanto era intimato dalla Bolla, e però incorie le cenfure. Moffe ancora varie altre dure pretenfioni contra della Repubblica. Venuti s'i fatti disguftofi avvifi al Senato Veneto , fi fcatenarono le lingue de i più contra del Papa* con giugnere ( ficcome abbiamo dal Bembo ) Lorenzo Loredano figlio del Doge a dire ad alta voce, che giacché il Turco informato delle lor difgrazie, s’era efibito di mandar loro foccorfo, conveniva prevaletene contra di quefto non Pontefice, ma carnefice d’ogni crudeltà maeftro. Il Doge ed altri più faggi prefero poi la rifoluzion di fcrivere al Papa Lettere piene d’umiltà e d’ubbidienza, confeffandofi rei, e ri-mettendofi alla clemenza di fua Santità: Lettere, che produffero poi buon frutto, ficcome diremo. Aveano già cominciato i Padovani ac^affaggiar più d’un poco, qual foffe il difordinato governo de’loro ofpiti novelli. Frequenti fi provavano i rubamenti; non era falvo l’onor delle Donne -, le riiTe, che fpeA fo fuc-