VI » le Indulgente per raunar danaro in tutta la Crifiianità zj. ), che non era nè Teologo, » nè feriamente iltruito nelle colepi Chiefa. Ma doveva egli fapere , »che l’avarizia', e P abufo de’ CommilTarj , e di qualunque altro in +> tali contribuzioni- de1’Fedéli non indicano venalità delle Indulgen-» ze, ma perverfità di cofcienza in chi sì fattamele abulonne : e » doveva fallare a Scrittor Cattolico il fapere, che Lutero così in-» terpretò lè contribuzioni de’Fedeli, per delegarne la dottrina, non » per propagarla in lingua Italiana. Del relto Aleflandro VI. fu sì »lungi jja mercanteggiar fulle Indulgenze, clie appreffandolì Panno »del Giubileo 500. lofpefe tmtte la altre Indulgenze fin dal dì 15. » d’Aprile, in cui cadde la Pafqua, e Pan. 1498. come lì ha da’Diarj » del Burcardo, -e dalla Bolla ( Bullar. Baf. Vat. Tom. 2. p. z8sl. ) : » in gqjfa che per due anni, e otto meli reilarono fofpele tutte le »Indulgenze, che allora erano rare, e non avrebbero recato emolu-» mento eguale all’immoderata cupidigia. Leggali il Panvinio , eli » vedrà la vera maniera ’d’accumular tefori, per vie certamente bia-»fimevoli, e.che molto aumentarono i peccati di Aleflandro; ma non » mai .per quella delle Indulgenze . » Il più fortunato de’fei Pontefici di quello Articolo è Pio III. » Succelìore di Aleflandro, non mica per grazia dell’Annaliiia, ¿na »perchè in 26. foli giorni di Pontificato non gli ha fomminilìrato, » fe non.principj d’azioni. À1Pincontro Giulio li. confiderato in que-» Ili Annali, non come Sommo Pontefice, ma come Papa guerxie-» ro*, che molle a i Veneziani ciò che aveano occupato in Roma-»gna, e fece guerra giultiflìma ad Alfonfo Duca di Ferrara, che » contralto alla S. Sede il titolo di Sovranità in Comacchio, ha peg-» gior trattamento da Papa, che non lo ebbe da Cardinale Legato nel »flgpno antecedente. La guerra celebre, e tanto dannofa ai Venezia-» ni colle armi fpirituali,‘ejemporali "per ricuperare alla S.Sede Faen-» za, Rimini', Cervia, e Ravenna, ha prelìo PAnnalillà qualche pic-» ciola eeelfione, fpezialrnente di non e.ifere ltato munito il Car-» dinaie di Roano di mandato valevole per parte del Papa nella Le-») ga di Cambrai Panno 1508. e d’elTere Itati ritenuti contro i patti » i Governatori Veneti dopo la rellituzione delle preelette Città. Mol-» to più di propolìto (ì dà a fcreditar quella, che molle Giulio Pan. ■» feguente alla riconciliazione Veneta ( 1 fio. ) contro il Duca di Fer-« rara Alfonfo, perle, faline di Comacchio. Il Panvinio, che non cede »nel