XXX » biliilxma cafa Caraffa, e fino i familiari di effa favorì, e premiò, è » giudice affai migliore dell’operato dal fuo Predeceffore, che chiunque » ii fonda folamente in ciò, che trova fcritto da Ifforici male informa-» ti, benché contemporanei. » Morto Paolo IV. l’anno 1559. dice 1’Annalifta, che nel dì quinto » di Settembre fi chiufero in Conclave 1 Cardinali, dando principio alle lor » battaglie per ielezione d.' un altro. Solite fue grazie nel parlare di sì fa-» ero affare. Tai maniere d’efprimerfi, troppo frequenti a quefto Scrittore, noi le tralafciamo, intenti a cofe più ferie. Tuttavia una, che » c’è rimafta in mente fopra l’eroica ceffione di Carlo V. a tutti i fuoi »ftati, la riferiremo qui, perchè la fappia anche il lettore. Dice egli »dunque di tal ceflione: Non fi può mai negare ad effa il titolo d' atto » fommamente Eroico; dappoiché ognun sa, e ¡fere l'ambizione, e il guflo » di dominare l'ultima camicia de' Regnanti. Carlo V. lodato tanto dall’ » Annalifta, e tanto a torto, morì un anno prima di Paolo IV. e Fer-» dinando di lui fratello regnò dopo lui fino al 1564. nel qual anno » lafciò l’imperio al figlio Maffimiliano II. due anni prima fatto Re de’ » Romani. Sedeva allora nella Cattedra di San Pietro il Succeffore di » Paolo IV. e lodato fia il Cielo, che quefti fu un Pontefice di tutta fod-» disfazione dell’Annalifta. Era egli Pio IV. Milanefe, Zio di S. Carlo » Borromeo ( da lui promoffo al Cardinalato di foli 23. anni, fatto Se-» gretario di Stato, e Legato di Romagna, e Bologna ) e del Conte » Federigo, ne’quai fi vide una fomma moderazione del Nepotismo con » gioja del popolo Romano, avvezzo a mirar divenuto qua fi il principa-» le impiego de fucceffori di S. Pietro £ inalzamento de parenti a gradi Prin-» cipefchi: così egli. Del rigorofo giudizio de’Caraffi, dichiarato ingiu-» fto colla revifione del proceffo fatto da S. Pio V. la cui conclufione » fu il taglio della tefta al Pallentieri, che fabbiicollo, e la reintegrazio-» ne della nobil famiglia Caraffa, ne incolpa il Re Cattolico. » Parla molto aggiuftatamente all’anno 1561- delle fortificazioni fat-» te da Pio IV. intorno alla Città Leonina, colle quali refta chiufa, co-» me in una fortezza ben difpofta iniìeme colla Bafùica Vaticana, e Pa-» lazzo Pontificio. ( Gettò egli ne’fondamenti la prima pietra a’dì 8. » Maggio: e a ciò fu indotto dalle infolenze continue de’Corfari d’Af-» frica: onde fortificò anche i Porti di Civitavecchia, e d’Ancona. ) » Nello fteffo tempo epiloga le altre fontuofe fabbriche fatte in Roma »negli anni feguenti da effo Pontefice con piacere de’Romani. S’in-» ganna però quando afferifee aver Pio IV. terminate le fortificazioni »della Città Leonina l’anno 15<55. perchè ne rimafe la fua porzione »anche a S. Pio V. che v’adoprò gli fchiavi Turchi condotti da M. » Antonio Colonna dopo la vittoria infigne di Lepanto l’anno 1571.