»Vorremmo eflergli parimente liberali per conto del' padre del » Dlica . Ma ci cade fotto gli occhi una propofizione , che » fe l’aveiTe adoprata Lutero in quelle conferenze pomeridia-» ne di Germania , ¿vrebbe. raddoppiate le rifa di quel Clero ma-» lacCorto , a cui própinavà il veleno . Quanto poi patijfe ¿a Religione, ■» egli dice , ( non già nei dogmi, che quefìi iddio, ha prefervati Jempre, » e preferverà j ma nella disciplina ) per tanti fcandali, per le Indulgente » allora più che mai meffe alt incanto, e perii benefici , che fecondo il Bem-»bo, fi vendevano &c. Se gli Stampatori, e i Vefcovi avellerò an->► che a’dì nollri ubbidito al Decreto del medefimo Alelìandro VI, »che prqjbifce agli uni di ltampare, e agli altri di permetter , che » fi llampino libri, ne’quali fi contenga: Òrthodoxce Fidei contrarium, » impiuTì f & fcandalofum ( Raynald. an. lòoi. n. 36. ) j quella fcan-»dalofa propofizione non andrebbe attorno. Lafciamollar che il Bem-» bo non è autor Canonico, e che prima del Concilio di Trento vi » erano tanti (concerti in materia Benefiziarla , che potevano dar » anfa a’poco religiofi di fcriver colla libertà del Bembo. Quel met-» terfi l’indulgenze all’ incanto a tempo d’Alelìandro VI. più che mai, »non vale, che peima e dopo, ciò fi praticaife dalla S. Sede? Or »quella è una menzogna evidente, che sa d’ignoranza. Lutero di-» chiaro venali le Indulgenze, ufando efpreflìone alTui più mite. E » lo fece molto dopo Alelìandro VI. cioè allor quando fi feppè fr> • »Germania, che Giulio II. intraprefo il grande azardo di ergere a » Dio in onor del Principe degli Apolidi l’au^uilo Tempio Vati? »cano, ilkruito dal Architetto Bramante, e molto più dall’efperien-» za , che fpefe itnmenfe eran d’uo'po ; e concefle egli, e concedette •» ij. Succeffore Indulgenze proporzionate alle maggiori, e minori con-» trihuzioni de fedeli d’ogni ordine^e d’ogni nazione , dellinando dap-» pertutto fedelillimi CommilTarj in sì geloif) affare. Certamente chi »non è all’ofeuro della tlifciplina laudevoliffima di que’tempi, non »ignora efferfi diminuito il rigore de’canoni a chi elponeva la vita »nelle Crociate contro i Turchi, contro i Mori, e contro tutti,! * nemici delld Religion Cattolica* e ancora a chi con limoline , e »contribuzioni concorreva in opere pie di fondazioni di Chiefe, Spe-» dali &c. Sa altresì, che per buon pegola mento, che fi dia’dalla » S.'' Sede a qualfivoglia facra amminillrazione, fi. trova fempre dell’ » abulo in alcuno degii amminiilratori ; il qual poi feoperto produ-»’ce il neceffario riparo. Tale fi fu il Decreto diilefo l’anno 1547. »dal Concilio di Trento, febbene non pubblicato, il cui Capitolo »terzo ( Raynald. hum. 68.) è.concepito in quelli termini: Prce-» terea ut avarino:, qua radi* omnium malorum effe folet, ojhum occlu- datar,