Annali d’ Italia: [à)r/fuonac' disegno (a) .Non volle commettere ad altri quefta imprefa , ma ficto-Gulcdardin'.mQ Papa guerriero fi moiTe da Roma nel dì 27. d’Agoflocon venti-Panvinius quattro Cardinali, e quattrocento uomini d’armi, avendo già fatti ma-Ann.yEQd ' neSS' Per aver foccorii dal di Francia , da Ferrara , da Mantova , e da Firenze.. In Perugia i Bagl'ioni, in Bologna i Bentivogli, fattili capi del Popolo, a poco a poco n’erano divenuti come Signori, con de-' primere chiunque fi inoltrava contrario a i loro voleri. Indirizzò Giulio i fuoi palli alla volta di Perugia, dove Gian-Paolo Paglione trovoffi in gt-ande imbroglio, perché troppo disguilofo era il cedere, troppo'pe-ricolofo il refiltere. Nel di lui animo prcvalfero i configli del Duca d’Ur-bino, lòtto la cui fede, arrivato che fu il Papa ad Orvieto , andò colà ad inchinarlo, e ad offerirli umilmente alla di lui volontà. Fu ricevuto in grazia, con rimetter egli le Fortezze e Porte di Perugia in mano .del Papa, e con promettere-di andar feco in Romagna concento cinquanta uomini d’arme. Entrò pacificamente il Pontefice in Perugia nel dì 12. di Settembre , e ne prefe il dominio. Quindi maggiormente rinforzato dal Baglione , s’inviò alla volta d’Imola; nè parendogli de-corofo il paffar per Faenza , occupata da i Veneziani, girò per le montagne del Fiorentino, e andò a pofare in Imola,* da dove intimò a Giovanni Bentivoglio il rilafciar Bologna colla minaccia di tutte le pene fpirituali e temporali. Sulla fperanza di molte promeiTe della protezione del Re di Francia s’era il Bentivoglio meffo in iftato di difefa. Ma il Re, a cui maggiormente preipeva perii fuoi intereffi di tenerli amico il Papa , che di giovare a’fuoi raccomandati, mandò ordine al Signor di Sciomonte Governator di Milano di afiiltere con tutte le fue forze il Papa. E in effetto con fecento lance ed otto mila fanti fi vide arrivare lo Sciomonte a Caltelfranco. Anche il Pontefice avea ricevuto gente da 'Fiorentini , da Aljonfo Duca di Ferrara, e da Francefco Mar-cftefe di Mantova , il quale fu dichiarato Capitan Generale dell’eferci-to Pontifizio. A sì gagliardo apparato di forze nemiche s’ avvide il Bentivoglio , che vano era il ricalcitrare. E però più torto che ricorrere alla clemenza del Papa, dalla cui generolità forfè avrebbe potuto ottener maggiori vantaggi, pafsò nel dì due di Novembre al campo Fran-zefe ; ed impetrato di poter mettere in falvo la fua famiglia e i fuoi mobili, per ritirarli poi fui Milanefe , lafciò in libertà i Bolognefi di trattare col Papa. Entrò quelli in Bologna con gran pompa nel dì 11. di Novembre , tutto giubilo per sì nobile acq,uilto . Morivano di vogli^anche i Franzefi d’entrare, non certo per divozione, in quella grafia Città, ed ufarono anche della forza; ma il Popolo in armi fece sì buona guardia , che convenne loro reftarfene di fuori, eccettuata lo Sciomonte col fuo