-SS» 524 o3> col Redentore e vari santi nella R. Accademia, e tre altre opere ai Santi Gervasio e Protasio, a San Pantaleone e a’Santi Gio. e Paolo. E vero che alcuna volta si mostrò più diligente, come nella Deposizione e nella Adultera, la prima nella stessa Accademia, e la seconda nel palazzo regio ; ma in tutte risulta disegnatore comune. — Il secondo, cioè il Bordone, è pittore originale di una grazia che a nullo somiglia fuor che a sé stesso. E ben dice Lanzi, ridere veramente le sue immagini per un colorito che, non potendo esser più vero di Tiziano, pare che volesse farlo più vario almeno e più vago. Non sempre però dipinse ad un modo, ed altro sono i dipinti da lui lasciati nella cattedrale della patria sua, in S. Giobbe a Venezia, e più quello nella confraternita di San Marco, ora nella R. Accademia, esprimente il barcaiuolo che al doge presenta l’aureo cerchietto ricevuto dal santo patrono ; ed altro è la tavola pegli Ognissanti di Trevigi, ora nella Pinacoteca Accademica, e vari quadretti che sparsi sono per le gallerie. — A questi convien pure aggiungere Girolamo da Trevigi, diverso dall’ anonimo già rammentato, che forse dall’esempio del nobile concittadino vólto a uno stile più scelto, studiò assai in Raffaello e ne’Romani. Poco ne rimane per le venete provincie, più in Bologna, particolarmente in San Patrizio, ove fece a olio la storia di s. Antonio da Padova con giudizio, bontà, grazia e grandissima pulitezza, come ne scrive il Vasari. Vi si trova un felice innesto delle due scuole, ma per maturarlo egli poco visse; morto, dice il Vasari, in età di 56 anni. — E qui ha fine la scuola del Giorgione, per dar luogo a quella di Tiziano suo emulo, che molto il superò, non tanto perchè avesse mente più vasta, idee più pronte, spirito più vivo ; ma perché, sendo vissuto ad età secolare, potè, nella lunga carriera, sorpassarlo.