464 Annali d* Italia: gò. Ma per mettere infierne tant’oro, gli convenne imporre ìnfolite gravezze a tutti i Tuoi Sudditi, e tagliar l’unghie a diverfi Magillrati, e far altre riforme: il che non fi potè efeguire fenza gravi lamenti, e grida de’Popoli. Qual prò abbia poi fatto alla Santa Sede quelTe-Soro, e in quale fiato effo di prefente fi truovi, non a me poco informato lo chiegga il curiofo Lettore, ma bensì a que’Romani, che fan penetrare ne gli arcani di quella facra Corte. Bensì dirò io, che i Politici d’allora al riflettere, di quai magnifici difegni foiTe capace la teña di Papa Siilo, fi figurarono fatta da lui sì gran mafia di danaro per ricuperar il Regno di Napoli, qualora Soffe accaduta la morte del Re Filippo 11. giacché non meno nella Bolla Sua, che in alcuni motti a lui talvolta Scappati di bocca, apparivano fegni di una tal voglia. E tanto più, perchè aveva fatto fabbricare ed armare dieci Galee con imporre per la fabbrica d’eiTe, [e per la lor manutenzione in avvenire un annuo Taglione di Seffantotto mila Scudi a’Sudditi Suoi. Reilavano intanto altri Obelifchi, o vogliam dire Guglie, già nobili ornamenti di Roma antica ilefi a terra, che Sembravano raccomandarfi al Regio animo del Pontefice Siilo per effere rimeffi nel prillino loro decoro. Fra gli altri uno ve n’era di fmifurata grandezza, più di due mila Anni prima dedicato da i Re di Egitto al Sole, e pieno di Gie-roglifici Egizziani, che poi diedero campo all’ingegnofo Padre Atana-fio Kirchero di produrre sì bei fogni. Fu quello levato da Collantino Magno dal fuo iìto e traSportato pel Nilo ad Aleffandria, con difegno di trarlo alla fua nuova Roma , cioè a Coilantinopoli. Fecelo poi 1* Imperador Coilanzo fuo Figlio condurre a Roma vera con una mira-bil Nave, molla da trecento Remiganti, ed alzarlo nel Circo Maflimo. .Da più Secoli atterrato o da'Barbari o da Tremuoti, giacque quel nobilif-fimo Monumento rotto in tre pezzi, e in parte feppellito nel e rovine d’ effo Circo: quando i’animofo Siilo fece maellrevolmente acconciarlo, e trasferirlo nella Piazza Lateranenfe, dove alzato tuttavia fi ammira. Oltre a ciò trovandoli la Biblioteca Vaticana, dove fi conferva un im-menfo Teforo di Libri fcritti a penna, mirabilmente accrelciuto anche da i Pontefici de’noilri tempi, in un Sito baffo, Scuro, e poco Salutevole: Siilo fece fabbricar per effa un nobiliffimo Edificio nuovo con affaiifime pitture, che reilò compiuto nell’Anno prefente. Appreffo alla ileila Biblioteca in Belvedere iilituì lo fleflb Pontefice un’infigne Stamperia con Caratteri Ebraici, Greci, Latini, e d’altre Lingue O-rientali, affinchè Spezialmente vi fi ilampaffero le Opere de’Santi Padri. Gran pafcolo ebbero in quell’Anno i curiofi Cacciatori de gli av- veni-