Anno MDXLIV. *79 condurre tanti Schiavi, ed alimentarli. Perciò in tutta Italia altro non lì udiva, che maledizioni contra del Re di Francia, il cui furore avea tirato fopra la Crilliamtà quefto flagello. E la Tua parte ancora, fecondo la varietà de’ genj, ne toccò all’ Imperador Carlo, attribuendo a lui la cagion delle prelenti guerre, e 1’ orinazione in non voler la pace. Era elio Augufto collegato col Re Inglefe a i danni della Francia , ed amendue ( tante erano le lor forze ) li lufingavano di poter fare una vilita alla llefla Città di Parigi; anzi fu detto, che fi averterò partito fra loro il Regno di Francia, fenza ricordarli, che il far facilmente i conti fulla pelle dell’orfo, non è da gente favia . Ma veri-fimilmente quelle furono ciarle ed invenzioni di begl’ingegni. Ufci-rono quelli due Monarchi per tempo in campagna, prima che il Re Francefco avelie unito l’efercito fuo. Inviato Don Ferrante Gonzaga fotto Lucemburgo, occupato nell’Anno addietro da i Franzefi, non durò gran fatica a ricuperarlo per viltà di quel Comandante. Vennero dipoi collretti all’ ubbidienza di Cefare i Luoghi di Commerci, Lignì, e San Delìr. Lafciatoli poi alle fpalle Seialon, penetrò 1’ efercito Cefareo fino a Pernè, ledici Leghe lungi da Parigi, confumando con gl’ incendj ogni Luogo alla delira della Marna , per non effere da meno de’ Franzelì, che aveano fatto altrettanto guafto nell’Anno precedente nel nemico paefe . Certamente fe Arrigo Re d’Inghilterra, che con potente efercito era pattato in Piccardia , fecondo i difegni fatti forte venuto innanzi, gran pericolo correva la Città di Parigi. In ef-fa lieve almeno non fu lo fpavento . Ma Arrigo per avere già dato principio all’attedio di Bologna, Città fortilììma , non fi volle muovere di là; ficchè fconcertò tutte le milure dell’ Imperadore. E intanto il Re Francefco, affaldata una gran copia di Svizzeri, con una forte Armata venne a portarli alla parte lìniftra del fuddetto Fiume, e fermò il corfo de’nemici. Prima ancora di quefto tempo s’era rinforzata la guerra in Piemonte. Imperciocché il Re Francefco, per fare una diverfione all’armi di Cefare, inviò in Italia Francefco di Borbone della Cafa Reale, Signore d’Anghien, fuo Luogotenente con fei mila fanti Guafconi, ed altrettanti Svizzeri. Era allora attediata dal Signor di Butieres 1* Città d’Ivrea, e ridotta all’agonia, quando gli venne ordine dall’An-ghien di non procedere al decilìvo artalto, e di afpettarlo. S’indif-pettì il Butieres al vedere, che quello giovane Signore, non contento di torgli il comando, gli volea ancora rapir la gloria di quell’ ac-quirto, e lafciò, che gli attediati riparaflero le breccie fatte, e lì for-tificaiTero in maniera, che delufero tutti gli sforzi fatti pofeia dall'