4 zo Annali d’ Italia. me altri hanno Scritto, fra’ quali il contarono quali quattrocento Gentiluomini , che godeano gradi onorati di milizia : efecuzione, in cui reftarono involti anche molti innocenti Cattolici, perchè ricchi. Andò poi un Regio bando, che più non s’incrudelifle contro gli Ugonotti, ma non fu a tempo per trattenere i Cattolici di Lione, Toloià, Roano, ed altre Città, dal mettere a fil di fpada quanti di quella Setta caddero nelle lor mani. Famofo perciò divenne in Francia quello macello col nome delle Nozze Parigine , e della notte di San Bartolomeo . Lalcerò io difputare a i gran Dottori intorno al giultifìcare o riprovare quel sì llrepitofo fatto; ballando a me di dire , che per ca-gion d’elio immenle efagerazioni fece il partito de gli Ugonotti, e loro fervi di llimolo e fcufa per ripigliar l’armi contra del Re. Nel Settembre di quell’ Anno terminò i Suoi giorni Purbara d' /hi(hia Duchef-J'a di Ferrara, in cui fra le molte Virtù Spezialmente fi diftinfe la Pieri , ereditaria dote della nobililììma Cala d’ Aullria. Anno di Cristo mdlxxiii. Indizione i. di Gregorio XIII. Papa i. di Massimiliano II. Imperadore r c. MOlte e grandi confulre per gl'impubi lpezialmente di Papa Gregorio, fatte furono nella Corte di Madrid , in Roma, e Venezia , per formare un armamento più formidabile de’ precedenti contro l’imperio Ottomano. Si calcolò, che il Re Cattolico armerebbe cento cinquanta Galee , cento i Veneziani , e cinquanta il Pontefice. -Ma con tutti quelli bei configli, aliai chiarita la Repubblica Veneta, che in fare i conti su gli aiuti altrui, e full a buona (infima delle Leghe, Sovente fi falla; e che dopo l’inligue vittoria di Lepanto comparivano vigorofe come prima le forze de’Mufulmani ; e che niun conquido s’era fatto finora, e fol graviffimi danni aveano patito i fuoi Littorali: trattò di pace col Gran Signore, e la conchiufe per mezzo d’un fuo Minillro nel Mele di Marzo, e la ratificò nel feguente A-prile , con promettere, dopo tanti millioni inutilmente fpefi nella paf-fata guerra, di pagare perire anni cento mila feudi d’oro annualmente al fuperbo Sultano. Chi in bene e chi in male parlò di quella Pace; ma fopra gli altri fe ne rifentì vivamente il Pontefice, per veder fatto un palTo di tanta importanza lènza làputa fua ; e maltrattato con acerbe parole Paolo Tiepolo mandato appoila Ambafciatore, che gliene diede la nuova, ordinò, che quelli gli fi levaffe davanti. Andò tan-