444 Annali d’ Italia. rebbe bene ad aiììcurar 1’ immortalità al Tuo nome la Correzione da lui fatta in queil’ Anno del Calendario Romano. Gran tempo era , che fi lagnavano gl’ Intendenti Agronomi dello fconcerto avvenuto nel Ciclo Solare fiflato a’tempi di Giulio Cefare, e di Augufto Imperado-ri, perchè allora non fu ben conofciuto l’efatto corfo annuale del Sole. Era paffato quello difordine nel tempo della Pafqua, ilabilito dai :Padri del primo Concilio Niceno, perchè chiaramente fi fcorgevano troppo slontanati dal irto allora prefitto alla celebrazion della Pafqua gli Equinozj della Primavera, e fuor di fito le Felle principali della Chiefa. Ora il generofo Pontefice con tutto vigore fi applicò ad emendare i trafcorfi pattati, e ad impedirli per 1’ avvenire. Confultò dunqus i più valenti Allronomi d’ allora, e molti ne chiamò a Roma, facendo ben ventilare la miglior forma di llabilire un Ciclo di Epatte , che non fotte da lì innanzi fuggetto a mutazioni. Meritò fopra gli altri ap-plaufo un Ciclo già inventato da Luigi Lilio Veronefe, nel quale furp--no fatte alcune lievi mutazioni, fe con ragione e frutto , a me nón -appartiene il cercarlo. Pertanto fu determinato di levar via dieci giorni dall’Ottobre dell’Anno prefente, affinchè 1’Equinozio della Primavera tornafl’e al dì 21. di Marzo , fecondo la determinazione del Concilio Niceno. Per mantenerlo pofcia in quel fito, e fchivar nuovi fcon-certi dall innanzi, fi ilabilì, che ogni tre centefimi Anni fi tralafciafle il Bitteito, ma che corrette nel quarto Centefimo, con altre regole, che io tralafcio. Comunicato quello infigne progetto a tutte le Potenze Cattoliche, acciocché fotte ben efaminatò, riportò l’approvazion d’ognuno. Il perchè nel dì 24. di Febbraio dell’Anno prefente fi vide con folenne Bolla pubblicato dal Pontefice , e ne fu ordinata l’efe-cuzione . Non fi può dire , che plaufo per quella sì faticofa , e riguardevole imprefa confeguifle il buon Papa Gregorio pretto tutti i Cattolici, contando noi per nulla il ridicolo fchiamazzo, che perciò fece lo fpirito contradittorio de’ Protettami, a’quali il belio e buono,procedente da Roma non fuol aver la fortuna di piacere. Ma non fi vuol diffi-jmulare, che fui fine del Secolo Decimofettimo , e fui principio del prefente, inforfero delle difficultà intorno alla fletta Correzion Gregoriana, e fi difputò non poco da alcuni valenti Allronomi, fpezialmente Italiani, con pretendere , che il celebre Criiloforo Clavio non avelie ben corrifpoflo all’intenzione di quello l'aggio Pontefice, e che quella Correzione tuttavia’abbifogni di emenda, Il ante l’ette re intervenuto dipoi, e poter intervenire, che feguitando noi il Ciclo delle Epatte, o troppo pretto, o troppo tardi fi celebri la Pafqua, per non cornfpon-dere eiTa a i veri calcoli Agronomici del Sole e della Luna. Oltre di che