Anno M D X X X V III. 259 non importa riferire. Fu in pericolo di perderfì nell’Anno prefente anche la Goletta in Affrica, reftata in potere dell’ Imperadore; e ciò perchè fei mila fanti Spagnuoli quivi di guarnigione, per mancanza di paghe fi ammutinarono, e convenne condurne la maggior parte in Sicilia, dove durando la lor fedizione, commifero de’ gravi danni e l'po-gli di que’Criftiani nazionali. Don Ferrante Gonzaga, Viceré d’eifa Sicilia, non ebbe altra via, per metterli in dovere, che di ricorrere all’ inganno. Cioè colle più forti promeffe, autenticate da folenni giuramenti, predati davanti al facro Altare, impegnò il perdono per ca-daun d’efli. Ma da che gli ebbe feparati e sbandati, a poco a poco fatti pigliare i lor Capi, e moltiilimi de gli ftefìx loldati, barbaramente contro la fede lor data, e conculcata la religione d’efli giuramenti, fece impiccare: cola di eterna infamia per lui, e che gli tirò addofio l’odio di tutta la Nazione Spagnuola. Manco’ di vita nel dì 28. di Dicembre dell’Anno prefente Andrea. Gritn Doge di Venezia, celebre per la fua prudenza, e per le lue mir li tari imprefe, ed ebbe per fucceflore Pietro Landò, eletto nel dì 20. di Gennaio dell’Anno feguente. Parimente terminò i fuoi giorni nel dì primo d’Ottobre Francefco Maria della Rovere Duca d’Urbino, mentre li trovava in Pefaro, con lafciar dopo di sè una gloriofa memoria per le lue azioni. Secondo il Sardi (a) morì egli di veleno, datogli ad ifìan- di Luigi Gonzaga, fopranominato Rodomonte. Il Giovio parla del- sardi"U lo fteiTo veleno, ma lenza attentarfi di palefarne 1’ Autore, benché di- storie MSte. ca, che rifultaffe dal proceifo e dalla confezione, chi foffe il reo, la-fciando folpetto contro di chi afpirava al dominio di Camerino. Già dicemmo, che contro il volere e le pretenfioni della Curia Romana s' era meflo in polTeffo del Ducato di Camerino Guidubaldo Figlio del fudr detto Duca d’Urbino, il quale lìnquì vi fi feppe manienere contro 1’ armi del Papa colla riputazione del valorofo fuo Padre , e molto più per la protezion de’Veneziani, de’quali eiTo Duca Francefco Maria era Generale. Ma mancato di vita fuo Padre, e ceffata l’aiTiitenza della Repubblica Veneta, il Pontefice, che nell’Anno addietro avea con contracambio d’altri beni indotto Ercole Varano a cedere le fue ragioni fopra Camerino ad Ottavio Farneje fuo Nipote, non tardò a farle valere, inviando Stefano Colonna, o pure Aleffandro Vitelli, carne altri vogliono, coli’efercito Pontifizio contro quella Città. Tuttoché ef-fa foife ben forte, pure il nuovo Duca Guidubaldo conofcendo di non poterli quivi mantenere , e temendo in oltre di perdere anche il Ducato d’Urbino: venne poi nell’Anno feguente a concordia col Papa, e gli rilaiciò quella Città e il fuo Ducato, di cui egli non tardò ad in- R 2 veiti-