Annali d’ Italia. perate dopo la morte di Papa 4dria.no VI. come cofe Tue e dell’ Imperio , da cui 11’era egli invertito . Querta avidità di fpogliare il Duca non folo di que’due Luoghi, oltre a Modena, tuttavia occupata dall’armi Pontificie, ma eziandio della rteffa Città, di Ferrara, nata a’tempi di Giulio li. e continuata in LeonX. era paffuta anche in Papa Clemente VII. non fi sa , feper la mondana gloria di dilatar le fimbrie della temporal potenza de i Papi, o pure perfegrete mire d’ ingrandir la propria Cala: giacché egli tendeva ad innalzare Alef-fandro ed Ippolito, amendue bartardi , l’uno di Giuliano tuniore de Medici, e r altro di Lorenzo dè Medici, già Duca d’Urbino. Ma re-llò delufa querta indebita cupidigia; perciocché il Viceré Lanoia, trovandoli in gravi anguitie per mancanza di danaro da pagar le truppe, avea molto prima per mezzo del medefimo Gattinara trattato col Duca Alfonfo , e ricevutane in preftito la fomma di cinquanta mila feudi d’oro, con promeffa d’ aiiìrterlo a ricuperar gli Stati dipendenti dal Romano Imperio . 11 perchè nè lo rteiTo Lanoia, nè l’Imperadore vollero ratificare quello Capitolo , ficcome pregiudiziale alle ragioni d’ effo Imperio. Si mode ancora il Duca di Ferrara nel Mefe di Settembre , con intenzion di paffare perfonalmente in Ifpagna , per efporre ivi a Celare 1’ ingiutlizia di chi non folo gli riteneva il fuo, ma anche cercava con trattati di torgli il refto. Giunto egli a San Giovanni di Mo-rienna, mainon potè impetrare il paffaporto da Lodovica Regina Madre reggente di Francia, e gli convenne tornarcene indietro . Grandi maneggi intanto fi faceano in Parigi e in Madrid per la liberazione del Re Francejio , tutti nondimeno indarno, perchè eforbi-tanti pareano non meno a lui, che alla Regina fua Madre le condizioni, colle quali aveano da comperarla . Perciò effo Re malfofferendo quella gran dilazione, e forfè più per non averlo mai 1’ Imperadore degnato d’una vifita, cadde gravemente infermo, fino a dubitarli di fua vita . Allora fu , che 1’ Augufio Carlo non per generofità , ma per proprio intereffe, andò a viixtarlo , e di sì dolci parole e belle promeffe il regalò , che a querta fua vifita fu poi attribuita la di lui guarigione. Ne’ medefimi tempi non mancarono novità in Italia . Vedeva FranceJ-co Sforma Duca di Milano d’effere oramai ridotta tutta la fua autorità ad un folo nome; perchè gli Spagnuoli erano veramente i padroni del- lo Stato di Milano , nè giammai avea potuto ottenerne l’Inveftitura da Cefare; e febben quella era rtatafpedita ,pure gli veniva efibita a condizion di pagare in varie rate, per quanto dicono, un millione e ducento mila ducati d’oro, per qualche compenfoalle tanto maggiori ipefe fatte dall’lmperadore , per ifcacciarne i Franzefi: pagamento importi-