XX » ropa a’Sovrani ed altri Principi minori, come può vederi! nella pri* »ma parte del Tom. 21. del Rinaldi, che tutta riguarda i fatti di que- » fto gran Pontefice. La fola propenfione verfo i fuoi ritiene gli Storici » da annoverarlo tra’gran Pontefici SuccefTori del Principe degli Apo-» itoli. Ma come poteva di meno? Era egli padre di Pier Luigi, ed »Avo di Ottavio, e degli altri fratelli di quefto. Il Nepotismo allopa » fi confìderava , come negli altri Principati i Principi del fangue. Alcu-» na porzione degli Stati della Chiefa fi concedeva in Feudo. Ferrara, » Urbino, Caftro, Camerino erano allora di tal natura. Parma, e Piacen-» za conceffe con tal titolo a Pier Luigi l’an. 1545. nemmeno accreb-» bero il numero de’Feudi, perchè fu restituito alla Santa Sede Camerino » con Nepi, il cui Cenfo, fecondo il Pallavicino ( Hiß. Conc. Trid. cap. » 14.11. 14. ), era maggiore di quel di Parma, e Piacenza. Ebbe, egli » è vero, infeliciffimo efito una tal non affatto dannabile operazione di » Paolo, per la mala condotta di Pier Luigi, e peggiore del di lui fi-» glio Ottavio. Ma di quale umano configlio per buono, e fanto che » ita, non ne pofTono eifere ree le confeguenze ? Noi non pretendiamo » qui di {tendere apologie ; anzi facciamo noftra la fentenza del Rinaldi » nel predetto anno ( n. 63. ): Hoc anno adulta eefiate Paulus 111. Du-» catu Camerinenß Ecclefice Romance juribus concejfo, Parmam, Piacenti tiamque Ecclefiaflicas Urbes■ Aloyfio Farneßo Fiduciario jure tradidit ; ex / » quo injelicijjima mors ipfì Aloyfio confiata efiì & Pontifici ante tempus) » accerfita j bella inter Co:farem , & Gallier Reqem exarjere , Tndentinum » Concilium difiblutum , & impedita Lutheranorum converfio. Di più non » pofìhmo fare per diffenderci dalla taccia dataci dall’ Annalifta d’effere »troppo parziali de’Rornani Pontefici. Ma vogliamo però, che fi fenta » dal Lettore l’imparzialità, per non chiamarla altrimenti, dell’Annalifta. » Comincia egli di buonora, malgrado d’ogni altro Scrittore, ad »informarci, che Paolo III. appena creato Papa. Per V influjfo che cor-» reva in qui tempi, bramando ancK egli di fabbricare in Pier Luigi Farvi nefe fuo figlio un gran Principe , mandò ad attediar Camerino : ma in » vano ; perchè Francefco Maria Daca d’Urbino, che per opra di Ca-» terina Cibo vedova di Giovammaria Varano, area data per moglie al » fuo figliuolo Guidubaldo Giulia di lei figlia, foftenne il Ducato di Ca-» merino contro il Papa, che lo pretendeva con tutta ragione devolu-» to alla S. Sede. Nell’an. 1536. Carlo V. dopo la gloriofa efpugna-» zione di Tunifi, pittato trionfante per Sicilia, e per il Regno di Na--» poli venne a Roma. Quivi feguirono le afpre doglianze di etto Carlo » contro il Re Francefco, e la disfida tanto celebre nelle Iftorie. Seguì »anche il confenfo del Concilio generale: onde il Papi pubblicò nel » Conciftoro il Decreto di convocazione. Fra cure così gravi p-rò at~ » tento