Anno MDLI. 311 il coraggiofo Duca Ottavio non accettale la ratifìcazion venuta di Roma della progettata concordia , e che fi veniiTe a guerra aperta . Mollrava 1’ Imperadore, per non rompere la Pace colla Francia , di eflere entrato in quello ballo, come auiìliario del Papa, fecondo il debito di fua Avvocazia; liccome all’incontro il Re di Francia pretendeva non rotta la fua amicizia coll’ Imperadore pel foftener egli il F'arnefe, legittimo Padrone di Parma , attefi ancora i meriti grandi di Papa Paolo III. perchè anche allora fi fapeano le palliate maniere di far guerra ad altrui con pretendere di non farla . Ma perciocché Don Ferrante Gonzaga s’impadroni di Brefcello , Terra del Duca di Ferrara, toccata in appanaggio al Cardinale Ippolito d’ Ejìe fuo Fratello , che ftava allora a 1 fervigi della Francia ,• e in oltre fui Cremonefe furono prefi da gl’imperiali due Ufiziali Franzefi, che paffavano, co* me per paefe amico, a Parma: il Re Arrigo tenendo per rotta la Tregua, dichiarò apertamente la Guerra all’Imperadore, con far grande armamento per mare e per terra, e con iftudiarfi di fufcitar contra di lui i Principi della Germania. Pertanto Don Ferrante determinò di mettere F allodio a Parma; e perciocché il Cartello di Colorno , dove era con prefidio Farnefe di ortocento fanti Amerigo Antinori , porea forfè incomodare il fuo campo, v’andò fotro colla gente, e colle artiglierie cominciò a fulminar quelle mura. Fu 1’Antinori tacciato di dappocaggine, fe non d’infedeltà, perchè non tardò di capitolarne la refa. Ciò fatto formò il Gonzaga l’aiTedio, o più torto un blocco alla Città di Parma. Avea intanto il Be Criftianifiimo inviato Pietro Strozzi, fuorufcito Fiorentino, con Cornelio Bentivoglio alla Mirandola, acciocché faceffero ivi mafia di gente in aiuto del F'arnefe. Dopo aver dunque lo Strozzi ftipendiati quattro mila fanti e cinquecento cavalli, allorché vide il bifogno, arditamente lpinfe quella cavai* leria in Parma, e quefta facendo dipoi (pelle fortite, tenne aperto il cammino alle vettovaglie; talmente ancora inquietò i nemici, che mai non ofarono di ftrignere Parma con vero aifedio. Conchiuse in quelli tempi il Papa una Lega coll’ Imperadore , e-gli che nell’Anno precedente avea fatte sì belle slargate di non voler guerra, masi bene di voler farla da Padre comune. A quello fi laido egli indurre da Don Diego Mendozza, e però dopo attefe a sfd^ derar la fpada contra del Duca Ottavio. Nè gli mancò biafimo per quello, perchè in vece di prenderfela contra l’occupator di Piacenza, fi metteva anche a rifchio di perdere Parma. Raunati pertanto a San Giovanni del Bolognefe nove mila fanti, e fecento cavalli , (pel quale armamento Celare, nel mefe di Giugno gli avea farro pa- V 4 gare