Anno MDLXXXV. 455 rino, dove per molti giorni durò la pompa , e l’allegria de glifpet-tacoli. Nel dì 30. di Luglio terminò i Tuoi giorni Niccolò da Ponte Doge di Venezia, e nel dì 18. d’Agollo ebbe per Tucceffore Paf-quale Cicogna. Da un fieriffimo tumulto della Plebe rellò nel Maggio di quell’ Anno gravemente (concertata la Città di Napoli. Per la Carellia di grano, che fi pativa in Ifpagna , aveva il Re Filippo fatto venir colà dal Regno di Napoli buona quantità del Grano i'oprab-bondante . Si prevalièro di quella occaiìone i Mercatanti, e Con-trabandieri , conoTcendo il guadagno , per inviarne dell’altro in gran copia, talmente che venuto il MeTe di Maggio affaiffimo fé nelcar-feggiò in Napoli, e fi alterò forte il prezzo del Pane. Le grida di quel facilmente turbolento Popolaccio andarono a finire in una uni-verfale follevazione , per cui Gian-Vincenzo Starace Eletto del Popo- lo fu dall’inferocita Plebe meflb in brani, e llraTcinato per la Città, e dato il Tacco alla Tua Cala. Fu affai, chequi terminaffe la foga del matto Popolo. 11 Duca. d' Off una , allora Viceré , biafimo riportò pel Tuo Toverchio timore, effendofi creduto , che avrebbe Tulle prime potuto colla Torza reprimere quella canaglia. Maggiormente ancora fu dipoi biafimato,perchè tornata la quiete, fece legatamente in più notti carcerare cinquecento di coloro, e formar rigorofi proceffi, in vigor de’ quali tolta Tu a molti la vita , ed affai più furono tormentati , e mandati in galera . Sarebbe anche proceduta più oltre quella crudel giuftizia, le gli amatori della Patria non aveffero impetrato dal Re Filippo un generale indulto e perdono. Finquì nella Cittadella di Piacenza aveva il Re Cattolico tenuta Tua guarnigione , aggravio Tommamente moleilo al Duca Ottavio Farnefe, cui non pareva mai d’effere (labile Padrone della Città, finché durava quel giogo. Dopo aver tanto pazientato, preTe la riToluzione in quell’Anno di Tpedire alla Corte Cattolica il Conte Pomponio Torello a chiederne la reffi-tuzione , Taggiamente awiTando, effere quello il tempo più opportuno , dante il merito grande , che fi era acquiftato il Principe Alef-fandro Tuo Figlio preffo il Re Cattolico con tante Tue prodezze in Fiandra in Tervigio della Corona di Spagna. Si trovò 1’animo del Re difpoilo alla gratitudine, ma avrebbe voluto far paffare per una grazia compartita ad effo Principe , la cellionedi quella Fortezza: alche il Principe modellamente ripugnava, non già che negaffe di ricono-fcere quella per una grazia , ma perchè defiderava che foffe dichiarata la reffirùzione per fatta, ed anche dovuta per Giuftizia al Duca Ottavio Tuo Padre . Temperamenti fi trovarono in quel maneggio, e però il Re accordò la cellione con varie condizioni, e Topra tutto con Ff 4 Ta-