Anno MDXXX. iM no alle indebite pretenfioni del Pontefice (opra Modena, Rubbiera , e Cotignola. Finalmente nel dì zi. di Marzo fu conchiufo, che fi ri-metteffe all’Imperadore il conofcere per Compromeffo le lor differenze , e che intanto le ffeffe Città e Terre fi metteffero in depoiito in mano di lui, olia de’fuoi Miniftri. A quello difficilmente condifcefe il Duca, e maffimamente perchè fi volle comprefa in ellò Compromeilo anche Ferrara. AH’incontro facilmente il Papa vi fi accordò, da che nel Trattato di Barcellona s’era Celare obbligato di aiutare il Papa a ricuperar que'Luoghi j ed in oltre fegretamenre convenne con lui, che in cafo di conofcere più forti le ragioni Eftenfi, non pronunziaiì’e Laudo alcuno , ma che lafciaffe, come prima , imbrogliate le carte: il che Te faceffe conofcere il Papa amatore del giullo, non io , ma altri , Io deciderà. Furono efeguite le condizioni di queii’accordo, dopo di che T Auguilo Carlo fi avviò per Modena alla volta di Mantova, dove fu accolto con gran magnificenza dal Marchefe Federigo Gonzaga., Signore di quella Città , il quale in tal congiuntura a dì Z5. di Marzo ottenne per la prima volta il titolo di Duca da quel benigniffnno Sovrano. Ed allora fu, che effo Imperadore diede al Duca Alfonfo 1’ Inveftitura di Carpi, con ricavarne cento mila ducati d’oro, de’qua-li ne toccò fubiro feffanta mila . Ventilata poi con ifmifurati proceifi la controverfia fra il Papa e il Duca di Ferrara , e fatta ben el’aminar dall ’ Imperadore , egli nel dì zi. di Dicembre dell’Anno preferite, mentre era in Colonia , profferì il l'uo Laudo favorevole al Duca Alfonfo, ina con pubblicarlo (blamente nelPAnno Tegnente 1531. Giunte a Ferrara uel dì ultimo di Settembre con due bucentori e trenta barche Francefco Sforma Duca di Milano , accompagnato da gli Ambafciatori del Papa, della Francia, e di Venezia; e folamente nel dì 19. di Ottobre pafsò a Venezia, dove fi portò anche il Duca di Ferrara, per trattare de’comuni intereffi. Seguitava intanto con più fervore che mai la guerra in Tofcana contro Firenze . Non mancava gente, che feufava e compativa Papa Clemente , autore d’ effa, per le troppe ingiurie e villanie e danni fatti da’Fiorentini a lui e alla Cafa de’Medici. Ma fenza paragone più erano, e fopra tutto in Firenze, coloro, che il maledicevano, per vederlo sì accanito contro la propria Patria, e cagione della defolazion di tante Terre e Ville del diilretto Fiorentino, imputandogli a peccato ed infamia 1 impiegar tanti tefori della Chiefa Romana per mantener eferciti e manigoldi in rovina di tanti innocenti. E tanto maggiormente ancora, perchè tenevano per ingiutliffime le Tue pretenfioni, non negando i Fiorentini di ricevere i Medici come Cittadini: laddove O 4 quelli