Annali d’ Italia. ta mila Ducati d’oro , e datigli cinquecento cavalli Cotto il comando di Lodovico Orjino Conte di l^itigliano, il rimandò contento al campo Svizzero. Frali interpolilo Carlo Duca di Savoia, per trattare accordo fra effi Svizzeri e il Crirtianirtimo , e buona piega avea già pre-fo 1’ affare; rna giunto il Cardinale col danaro fuddetto, ruppero gli Svizzeri il trattato, rifoluti di volere rimettere al filo delle fpade il dertino dello Stato di Milano . Raggruppò di nuovo il Duca di Savoia il negoziato, e già era conclufo l’ accordo, quando giunfero all’ Armata Svizzera altre venti bandiere di lor Nazione, che lo inurbarono affatto. Però il Re Francefco, che tutto regolava fecondo i configli,del Trivalvo , venne da Vercelli a Novara; e d’erta impadronito, dopo aver lafciata gente all’affedio del Cartello, pafsò il Telino , e s'impof-fefsò anche di Pavia. In quefto mentre il Viceré Cardona, e Lorenzo de’Medici, moftrarono gran voglia di partareilPò, per congiugnerti a gli Svizzeri. Ma appena fatto un parto innanzi , ne fecero quattro addietro ; e meno poi vi penfarono , da che il Re di Francia venne a Marignano , cioè fra loro e gli Svizzeri, che s’erano ridotti a Milano. Di là pafsò il Re a San Donato verfo Milano , e quivi fermò il fuo campo. Bolliva la difcordia fra effi Svizzeri, inclinando gli uni alla concordia, ed altri alla guerra; eparea, che la vinceffe il partito de’primi, quando il fuddetto Cardinale di Sion , ( cioè Matteo Schiner ) da Como corfe a Milano , e raunatili, incitò come infuriato, ognuno ad un fatto d’arme: azione, che non so fe alcuno crederà convenevole ad un Vefcovo e Cardinale. Gli Storici noftri, cioè il Guicciardino , e il Giovio, gareggiando in eloquenza con gli antichi, gli mettono in bocca un’ornata orazione, cioè parole, ragioni, e ligure, che quel Porporato mai non s’avvisò d’ aver detto. La verità nondimeno ti è , avere l’impetuofo luo ragionamento fatta tal commozione in quella feroce gente, che cominciarono tutti a gridare: aliarmi ; e in quello rteflb giorno (era il dì 13. di Settembre) formati tre {quadroni s’avviarono impetuofamente alla volta di Marignano, o fia di San Donato, e con tanta allegrezza e grida, come fe-averterò già in pugno la vittoria . Fu creduto, che foflero trentacinque mila combattenti. Alle ore venti arrivati colà con alquanti piccioli cannoni da campagna attaccarono il fatto d’armi co’Franzefi, i quali preventivamente avvifati di quefta vifita , erano anch’ erti in ordine di battaglia. Altri dicono, che furono colti quali alla fprovifta. Atroce fu il combattimento, molta la rtrage di qua e di là, più nondimeno de’Franzeti, che aveano anche perduti alcuni pezzi d’artiglieria, ma poi li ricu- pera-