Anno MDLXXII. 4'7 orazioni, e le fatiche fue indicibili per ben efercitare 1’ufi zio Pafto-rale , e per la difefa del Criflianetìmo, aveano forfè indebolita la di lui fanità. S’aumentarono net Marzo i fuoi malori, laonde nel dì primo di Maggio pafsò a miglior vita, lafciando dopo di sè un odore di sì rara Santita, che fu poi regiflrato dopo molti anni nel ruolo de’ Beati; e a’dì noflri fi è celebrata la folenne di lui Canonizzazione. La mancanza di quello infìgne Pontefice quella fu, che troncò il filo a i progredì dell’ armi Crifilane contro il comune Nemico. Aveva e-gli, per foflener la guerra fanta, ne gli anni addietro impiegato un gran teforo . Maniera in oltre non gli era mancata di raunarne affai più, per continuarla nell’Anno prefente, di modo che fi trovò in Gattello Sant’Angelo dopo la fua morte un millione e mezzo di feudi d’ oro, defìinato a quel fine. Teneva egli come in pugno la maggior parte de i Re e Principi Crifliani: tanta era la venerazione, che o-gnun profeifava al complefTo delle fue Virtù, e al fuo indefeflb zelo pel bene della Criflianità: e però potevanfì fperare per mezzo fuo maggiori vantaggi alla caufa comune. Non mancò, è vero, il fu ; Suc-ceffore di ipofare le medefime mailime, fìccome vedremo; ma non pafsò in lui col Pontificato anche il gran credito di Papa Pio "V. Entrati i Cardinali in Conclave, da lì a due o tre giorni, cioè nel dì tredici di Maggio, con mirabil concordia eleffero Papa il Cardinale Ugo Boncompaono, creatura di Papa Pio IV. perfonaggio ben degno di sì eccella Dignità. Era egli di Famiglia antica e nobile Bolognefe , difeendente, fecondo le mie conietture, da quel Boncompagno nativo di Firenze, che circa il 1200. fi trnova pubblico Lettore nell’Univer-iìtà di Bologna, e lafciò un Libro intitolato De obfidione Ancona dell’ Anno 1172. da me dato alla luce (a), e di cui tuttavia refla inedito 00.*«««* in Francia un Trattato De Arte Diclaminis, citato dal Du-Cange nel Toln. 'vL GlofTcìrio Latino. Di lui probabilmente fu Nipote quel Dragone B011-compagni, che, per atteflato del Ghirardacci (¿), nell’Anno 1 293. (b) Ghìrar-con alcuni altri, andò inviato dal Senato Boloenele per Ambafciato-d?ced ?t0Tie 1 ,7 r J- D 1 & r di Bologna. re al Velcovo di Bologna. Prese il novello Papa il nome di Grtgorio X/I/. dicono per la venerazione, eh’ egli profetava a San Gregorio Magno, fe pur non fu a San Gregorio Naziar,zeno. Volle, che in vece di gittare al Popolo, fecondoehè fi ufava nella Coronazion de’Papi, la fomma di quindici mila feudi d’oro, quella fi diflribuiffe a iPoveri. Parimente in favor d’efìl ordinò, che s’impiegaflèro altri venti mila Scudi, foliti a darli a i Conclaviili, perchè niuna moleflia o fatica aveano patito in sì poco tempo , che era durato il Conclave. Era non so come faltato in ca~ Tomo X. D d po