ic6 Annali d’ Italia: Angelo, Nardo, e Caftro, tuttavia ubbidivano ad effi Franzefi. Accertandoli la Primavera, fpedì il Principe d' Oranges contro l’Aquila Aljonjo Marchefe del Vajlo, già rimeffo in libertà, che durò poca fatica a ricuperarla, e a far pagare ben caro a tutto quel Popolo i delitti di pochi, avendogli melìa una taglia di certo mila ducati d’oro. Andò pofcia il Marchefe nel Mefe di Marzo a mettere il campo a Mono-poli. Così valorofamente difefero i Veneziani quella Terra, ch’egli con grave danno de’fuoi fu obbligato fui fine di Maggio a ritirarfi. Altre azioni eli guerra furono poi fatte in quelle contrade colla defolazion della Puglia. Fra l’altre Terre di que’contorni Molfetta prefa da Cac-ciadiavoli Contarino, reftò meiTa a facco, e sì barbaramente maltrattata ed arfa, che di peggio non avrebbe fatto un crudeliiTimo nemico della Fede di Crifto. Certamente fe il Re di Francia avelie voluto o potuto applicarvi, avrebbe tenuto in grandi imbrogli quel Regno. Ma egli oltre all’aver in piedi un trattato di pace coll’Impera-dore, fi trovava affaccendato in affari più importanti di caccie e d’ amori. Per conto della Lombardia, ivi con più caldo Seguitava la guerra. Sul fine del precedente Anno erano giunti prelfo Genova ( perchè nella Città non furono ammerti ) due mila Spagnuoìi, tutti mal in ordine, fenza fcarpe in piedi, fenza calzoni, gente bruttiffima ed orridi!-iìma a vederla j ma che per altro portava feco la bravura: pregio, che tuttavia ritien quella Nazione. Tentò il Sig. di S. Polo General de’Fran-zeli d’impedir l’unione di coftoro con Antonio da Leva-, ma il Conte Lodovico di Barbiano fpedito a riceverli, feppe sì deliramente condurli, che felicemente arrivarono a Milano. Per difgrazia di quel Popolo, battuto da tante tribolazioni, aveano coftoro nome di foldati, ma fi trovarono eccellenti ladri; perchè di notte e di dì per le porte, per le fi-neitre, per li tetti entravano nelle cafe, ne afportavano quel poco, che era rimafto a i poveri Milanefi; e ciò perchè modo di pagarli non appariva, ed effi erano fpogliati cl’ogni bene: con fomma vergogna d’un Imperadore Re di Spagna, che nulla penfava a pagar le fue genti, e fapea le incredibili milerie de’Milanefi, nè provvedeva. Imp adronironsi i Franzefi circa quelli tempi di Novara, ma non del Cartello, ficcome ancora di Vigevano, Santo Angelo, Mortara , ed »ltri Luoghi. Tenuto fu nel Mefe di Maggio un gran Configlio dal Suddetto San Polo co i Capitani Veneti e Sforzefchi, per far l’affedio di Milano. Trovoifi alle raflégne, che non v’erano Sufficienti forze, e però fu rifoluto di prendere, fe fi potea, colla fame quella gran Città. Portoffi il San Polo a Biagraflo, il Duca d’Urbino General de’Veneziani co’fuoi, e con parte delle genti Sforzefche a CafTano: da dove col-