i88 Annali d’ Italia. Ma perciocché lentamente procedeva l’unione dell’efercito Imperiale, dovendo venir da i Paeii baili, dall’Italia, e da altri Luoghi molte d’effe foldatefche* 1’Elettore e il Langravio, già meili al bando dell’ Imperio, più follecitamente utcirono in campagna con un’Armata, che alcuni forte ampolloii fanno afcendere ad ottanta mila fanti, e a dieci, anzi a quindici mila cavalli, e s’inviarono verfo Ratisbona, dove itava affai fprovilto l’Imperadore, con difegno o di farlo prigione, o di cacciarlo di Germania. La protezion di Dio falvò Carlo V. in tal congiuntura, non avendo que’Ribelli faputo prevalerli del vento in poppa. Nulla fervi loro l’aver prele le Chiufe delTiroIo, affinchè non pallaffero gl’italiani. Quelli paffarono, e nulla giovò a i Luterani 1’ efferiì impadroniti di Donavert. Ebbe tempo l’imperadore di provveder Ratisbona con gagliardo preiìdio , e di preoccupar la forte Città d’Ingolitad, dove coll’efercito fuo ingroffato di molto, andò ad accamparli a fronte della contraria fuperiore Armata, ma fenza voler mai venire a battaglia, benché più volte provocato da gli crgogliofi nemici. Intanto al campo Cefareo, fuperate molte difficoltà, venne a congiugnevi un groffo corpo di foldatefche Fiamminghe. Maurizio Cattolico Duca di Sajjonia, nemico di quell’Elettore, colle milizie Tedefche ed Unghere, dategli da Ferdinando Re de Romani, oftilmente entrò nell’E-lettorato di Sailònia. Diede più percoffe a que’Popoli, e s’impoffeisò di un tratto grande di quel paefe. Quefto colpo, la mancanza de’viveri, e la coitanza deH’Augufto Carlo, coilrinfe 1’Armata Proteftante fui fine di Novembre a levare il campo, e a ritirarli alla fordina come in rotta. Allora fu, che l’Imperadore, tuttocchè afflitto da varj incomodi di làni-tà, inoltratofi col poderofo fuo efercito, tal terrore induffe nel paefe nemico, che vide venire , prima che terminaffe l’Anno, o pure nel verno feguente, fupplichevoli a’fuoi piedi Federigo Conte Palatino, Udeirico Duca di Vitemberg, e i Cittadini d’Ulma, d’ Auguila, di Francoforte, d’Argentina, e di altri Luoghi. Dopo quelli vantaggi, per li quali rima-fero molto infievoliti l’Elettor Saffone e il Langravio d’Affia, ii ritirò effo Augufto a’quartieri di verno, feco riportando gloria {ingoiare non men di valore, che di clemenza, per non aver negato il perdono a chiunque davanti a lui fi umilio. Fu continuato con vigore in quei!;’Anno il Concilio di Trento, ed ivi fi itabilirono varj punti di Dogma, e parimente ii attefe a riformar gli abuiì della Difciplina Eccleiiaftica. Mancarono in quell’Anno di vita due intigni Cardinali, la memoria de’ quali può Iperare l’immortalità, cioè Pietro Bembo Veneziano, e /«•> copo Sado/eto Modenefe, che ne gli fcritti loro lafciarono a i porteti chiare teftimonianze d’un raro ingegno e fapere. Anno