45° Annali d’ Italia. occupar varj fiti e Forti intorno ad effa. Nel medeiìmo tempo colla forza obbligò Tenremonda a renderli, e i Gantefi domati dalla fame vennero a dimandar perdono , e ad efibire ubbidienza. Furono accettati coll’obbligazione di pagar dugento mila Fiorini , e di rifabbricar la Cittadella. La maggior Città della Fiandra era alloraGante. Intanto mirabili cofe facea l’ìndefeffoPrincipe,per maggiormente flrignerela iìiperba Città d’Anverfa con chiufe nuove ,canali nuovi, trincieramen-ti , e fopra tutto con un ponte lunghiflìmo, ch’egli arrivò a compiere folamente nell’Anno feguente. Preifato da i fuoi fudditì Carlo Emmanuele Duca di Savoia a prendere Moglie , la ricercò ed ottenne nel prefente Anno, e in Sciamberì nel dì 18. d’Agofto fu pubblicato il fuo Matrimonio con Donnn Catterina d’ Aujìria Figlia minore del Re di Spagna Filippo li. Molte fefle perciò furono fatte ne’fuoi Stati; ed avendo il Duca o per Ambafciatori, o per Lettere lignificato a Roma, all’ Imperadore, al Re di Francia, e a gli altri Principi quefto fuo nobile accafamento, concorfero a Torino varie Ara-bafcerie per feco rallegrarli. Tuttavia folamente nell’Anno apprelfo li diede il compimento a quefto affare. Anno di C R 1 S T O MDLXXXV. Indizione XIII. di Sisto V. Papa 1. di R o D 0 l F o II. Imperadore 1 o. UNo fpettacolo infolito, che fi tirò dietro gli occhi di tutti, ebbe Roma nel prefente Anno per l’arrivo colà degli Ambafciatori Criftiani Giapponelì. Nelle ricchiffime , e popolatiffime Ifole del Giappone Regno o Imperio fìtuato di là dalla Cina con Popoli fom-mamente ingegnoix e bellicolì, il primo ad introdurre la Religione di Criflo era flato San Francefco Saverio Apoilolo dellTndie . Coltivata quella Vigna da altri fufleguenti Religiofi della Compagnia di Gesù, fempre più andò fiorendo, di maniera che non folamente le migliaia del baffo Popolo, ma anche affaiffimi Nobili, ed alcuni de’Prin-cipi, appellati Re, per noflro modo d’intendere a cagion della lor grande autorità e potenza, aveano ricevuto ilBattefimo, alzati fa-cri Templi, e piantata ivi un’ ampiiffima univeriità di fervoroii Cri-iliani. Non han faputo negare la verità, l’ampiezza, e i pregi di quella Criflianità i nemici ileffi della Chiefa Romana , i quali più Mercatanti che Criftiani , nulla poi tralafciarono di trame , ed inganni per opprimerla e sradicarla, ficcome nel feguente Secolo, per Fin-