Annali d’ Italia: gettato un Concilio Nazionale. Per conto delle faccende del Mondo non erano più i Papi quei, che erano flati ne’cinque Secoli addietro, e pur troppo gli eiempli funeili della Germania ed Inghilterra potea-no far temere peripezie anche in Francia, in tempi maffimamente che l’Erefia di Calvino facea continui progrefii in quelle contrade. Però di più non occorfe, perchè Papa Giulio, pulfato anche ogni dì daYaggi Cardinali a cagion di quella fconfigliata imprefa, deponeffo tutti 1 penfie-ri marziali, ed afcoltaife volentieri, chi s’interponeva per la Pace. Vi s’interpofero in fatti i Veneziani, ed Ercole Duca di Ferrara; fu anche deputato dal Re per trattarne il Cardinal di Torrione. E perciocché premeva al Pontefice , in cercando di riacquiilar la buona armonia colla Francia, di non perdere quella dell’Imperadore, fece rapprefen-targli in buona maniera le giulte lue ragioni di deporre T'armi, e di procedere a qualche accordo per gli affari di Parma. Nulla fi alterò per quello 1’ Augnilo Monarca, e perchè vi trovava anch’egli per altri motivi il fuo conto, lafciò al Papa slegate le mani per ulcir con riputazione da quell’imbroglio. Pertanto nel dì 29. d’Aprile del prefente Anno in Roma furono lottofcritti dal Papa e dal Cardinal di Tornone i (.Vi Lcttert Capitoli dell’accordo, rapportati nelle Lettere de’Principi (a)-, dall’ Angeli (¿), e dal Du Mont (c). Portavano effi una Tregua di due An-(b) Angeli, ni fra il Pontefice, il Re Cripiani(fimo , e il Duca Ottavio. Che il Pa-Storia. pa ritirerebbe le fue milizie da Parma e dalla Mirandola, e reflerebbe Mo^ì,Corps il Duca in poffeffo di Parma. Che i Cardinali Farnefi farebbono rimef-Dipiomat. fi in poffeffo de’lor beni, ed Orario Farnefi nel Ducato di Caflro, con altre condizioni, ch’io tralafcio. Ma poco prima che fi ilabilifle quella concordia, giunfe al Pontefice la dolorofa nuova, che Giambati-lla del Monte fuo Nipote, e General delle fue armi, fìccome giovane ardito e vago di gloria, in una fcaramuccia fotto la Mirandola nel dì 14. d’Aprile avea lafciata la vita: colpo nondimeno, che con affai fortezza d’animo fu accolto dal Pontefice Zio. Er a fiato riferbato luogo all’Imperadore, per accettar la Suddetta fofpenfion d’armi per conto di Parma e della Mirandola ; nè lapen-dofi qual rifoluzione foffe per prendere la Maellà fua, Don Ferrante Gonzaga dal Piemonte lpedì gente &L ordine a Gian-Giacomo de Medici Marchefe di Marignano, che continuaffe le oililità contro Parma, e fi iludiaffe di occupare i Forti intorno alla Mirandola, che dovea-no effere abbandonati dalle foldatefche Papaline. Se queflo fuccede-va, era ridotta a tale la Mirandola, che poco potea ilare a cadere in mano dell’ Imperadore. Ma non gli venne fatto, perchè appena Cam-millo Orfino cavò da que’Forti le truppe della Chiefa, che i Franze- fi e