X LI «potè Gian Francefco Aldobrandini, fece Legato, e General dell’ar-»> mata Pontificia il Cardinal Pietro Aldobrandini, che il dì 28. Decem-» bre era coll’efereito a Faenza. Alcuni giorni prima, cioè il dì 23. di » eiTo mefe era fiata fulminata orrida Bolla, o fentenza contro il Du->ica Cefare, e chiunque lo ajutaffe. Fece una piccola armata anche » Don Cefare/ ma per la riverenza al Pontefice niuno de Principi di qui-»Jli tempi osò di aliare un dito iti favore di lui. Onde s’induffe ad ac-» cettar per Paciera Donna Lucrezia d’Efle Duchefla di Urbino. Que-» ita concordò col Cardinale Legato il dì 13. Gennajo del ieg. anno » 1 598. che Don Cefare rilafciaffe il poffeffo del Ducato di Ferrara con » tutte le fue pertinente, e il poffeffo di Cento, e della Pieve, e de Luo-» ghi di Romagna. Quella è la foflanza* ma le moralità, e le mefchi-» ne allufioni dell’Annalifla fanno anzi conofcere un fofiila, che uno » Iflorico grave, ed amico folo di verità. E in fatti, lafciamo andar »ciò, che fi dice in ordine al Duca Celare, di cui ci fembra aver » detto abbaflanza nel fine dell’Articolo Primo di quell’anno, vendicando noi medefimi dalla taccia ingiufla, che ci vien data dall’An-» nalilla, foftenendo il decoro di quel Principe Ellenfe, e inlieme i » diritti della S. Sede: ciò lafciamolo andare. » Dice , che fu configliato il Duca Carlo da Roma fieffa di non fottopor-» fi a giudizio formile del Tribunale Romano, perchè le ragioni fue su quel » bollore non farebbero confiderate, e ne ufcirebbe fentenza a lui pregiudizio.-»le. Quello non è migliorar la caufa: è bensì uno fpacciare il gran »* Pontefice Clemente Vili, e la rettitudine della S. Sede fog^etti a paf » fione, e non regolati da giuflizia. Prolegue eiTerfi indotto Clemente « a efaminare amichevolmente la caufa, ed avere a tal line deputati «quattro Cardinali: ma che il Cardinale Aleffandrino ( chiamato poi da » lì a tre mefi all' altra vita ) fi (caldo sì forte contro di queflo, che pur » era atto di giuflizia, che il fece deftfiere, e lo fpinfe a precipitar la fenten-v> za. L’innocenza, e le altre virtù del Cardinal Bonelli efemplariiTimo « Religiofo Domenicano, nipote di S. Pio V. e da lui {limato, e ama* » to fìngolarmente per li meriti fuoi, non perde punto del fuo credito »per queflo bell’encomio, che noi lafceremo pefare al Lettore, al « quale anche rimettiamo il giudizio delle ingorde promeffe fatte da « Romi a’Ferrarefi per teflimonianza dell’Annalilla, a fin d’incitarli »a nbalione, e l’eflere flato rapprefentato al Duci, che non era ficura » la di lui vita in Ferrara, per ie trame, che fi andavano ordendo contro » di lui. In oltre dice, efTerh indotto a fciegliere per Paciera Donna Lu-» c-e^ia d'E (le D’tckeffa di Urbino, ancorché fapeffe, che quella Princi-hpefa non avejje buon cuore per lui, a cagione de' difgufli paffati fra D, » AIfonfo padre, e lui. Donna Lucrezia era figlia di Ercole lì. e fo- « rella