Anno MDLVII. 349 ione da lui prefa andò a Tacco, e rellò anche preda delle fiamme. Provò lo fletto infortunio Paleftrina , prelervata nondimeno dal fuoco. Pafsò dipoi il Colonna accrefciuto di gente lotto Palliano, dianzi ben fortificato da i Carrafi ; e perchè il Marchefe di Montebello e Giulio Orlino con tutte le milizie Ecclefiafliche sì Italiane che Svizzere, andarono in foccorfo di quella nobil Terra o Città , lì venne ad un fatto d’armi, in cui rimafero fconfitti i Papalini, ferito e prigione lo ftef-fo Orlino . Facevasi intanto guerra anche in Piemonte, dove il Marefciallo ài B rifac ufcito in campagna con otto mila fanti, e mille e cinquecento cavalli, prefe e fpianò Valfenera; e di là poi portatoli a Cuneo, ne imprefe l’aifedio. Vi trovò quattrocento cinquanta fanti, e i Terrazzani, gente valorofa ed affezionata al Duca di Savoia, tutti ben accinti alla difefa; e però vi alzò tre Forti, per impedir loro il foccorfo, e non lafciò di far giocare le artiglierie. Ma venuto il giovane Marchefe ài Pefcara a Fottano , ebbe maniera di fpignere colà gente e munizioni. In quelli tempi anche il Duca ài Ferrara fece guerra a Correggio , e a Guaftalla poco prima comperata da Don Ferrante Gonzaga , che la tramandò a’ fuoi pofleri. Nè flette in ozio Co-fimo Duca ài Firenze. Avea egli intefe le proporzioni di cedere Siena a i Carrafi : cofa, che gli trafitte il cuore, perchè da tanto tempo faceva egli l’amore a quello flato, e tanti tefori avea l'pefo, per cacciarne a quello fine i Franzefi. Non lafciò indietro parole e mezzi, per diffuadere da tal contratto il Re Filippo II. e poi'cia facendo fot-to mano palefi i vantaggi, che a lui profferivano i Franzefi per tirarlo feco in Lega, tanto s’ingegnò, che induffe il Re a cedere a lui quella Città con tutte le fue dipendenze, ancorché parte d’ ette tuttavia re-ilaffe in poter de’ Franzefi . Lo flrumento ftipulato nel Mefe di Luglio di quell’Anno, vien rapportato dal Du-Mont (a), da cui apparifce, (a) -Pache gli Spagnuoli rifervarono in lor dominio Orbitello , Portercole , Telamone, Monte-Argentario, e Porto di Santo Stefano. Parte dell’ Elba fu reftituita all’ Appiano Signore di Piombino, reilando al Duca Porto Ferraio con due miglia di contorno . Obbligoflì anche il Duca a varj Capitoli in favore del Re di Spagna. Venne con ciò fatto un bell’ accrefcimento alla potenza del Duca di Firenze. Cagion pofcia fu la nuova di un tale accordo, che il Duca di Guifa, temendo delle novità dalla parte del Duca Cofimo, non volle più tornare in Ab-bruzzo, e nè pur pattare a Roma, dove con premura era chiamato dal Papa, fenza ricevere nuovi ordini dalla Corte di Francia. E contuttoché le genti del Duca d’Alva entraffero nell’Afcolano, altro e-