XXIX „no, e due altri compagni fondò la congregazione de’Cherici Rego- Ì. lari, che porta il di lui nome, eiTendo egli allora di 49. anni, e fe-» ce folennemente i voti l’anno 152.5. nella Bafilica Vaticana. Sa inol-n tre, che Paolo III. nella deliberazione fantiiììma di celebrare il Con-w cilio generale Tridentino, chiamò a Roma quattro grandi uomini, » Reginaldo Polo, Giovan Pietro Caraffa, Gregorio Cortefe Abate del » Monafterio di Padolirone, e Girolamo Aleandro, e tuttiquattro Fan. ♦> 1537. li creò Cardinali. E finalmente sa, che Giovan Pietro fu per-» fecutore acerrimo degli Eretici, e che fu Iftitutore prima col con-» figlio fotto Paolo III. indi fatto Pontefice di 79. anni, coll’autorità, » della fanta Inquifizione, il che gli traffe l’odio de’malviventi, accref-» ciuto poi dall’efito infelice della guerra intraprefa contro Filippo II. »a perfuafion de’congiunti, il quale produffe gli effetti indegni deila » licenza plebea nella Sede Vacante. Onde in quella iperbolica defini-» zione vi fcopre non so che di propenfione a’rumori del volgo. Se-»> guendo poi a leggere i quattro anni di Pontificato, fi conferma nella » opinione, e deplora la caufa Pontificia caduta in mano di tale Avvo-» cato. Il Cardin. Reginaldo Polo, benché pieno di virtù, e di religio-» ne ebbe degli emoli, e fu accufato in materia di religione ( Rayn. » ibby. n. 42. ) il che moffe il zelo del Papa, benché colorito da , » ragione di ftato, per richiamarlo a Roma. Ma fe Io aveffe cogli al-» tri Miniftri Pontificj richiamato, credendo giufta la guerra intrapre-» fa , non dobbiamo correr fubito a condannarlo con afferire , che » Aon vi fu allora, nè oggidì vi è chi non riconofca per una delle inefcu-» fabili (lorture di Paolo J V. /’ odio, eli egli portò ad un Porporato di tan-» to merito ed integrità , e le vane accufe formate contro di lui. Ognun sa » dalla Iftoria del Concilio di Trento ( Pallavic. lib. 14. c. 9. ) tre » difetti attribuirli a Paolo IV. fantiffimo, e zelantiflimo Pontefice: uno » acquiftato dalla patria, di troppa eleganza nel veftire; altro dalla fa-» miglia, di troppo amore al fangue; e il terzo dal temperamento, d’ »altiero, veemente, iracondo, e fevero in guifa, che pareva d’ani-» mo tumido, e più coraggiofo in punire i delitti in qualfifia gran personaggio, che accorto in impedirli. Quelli nei o difetti non ofeure-*> ranno mai la gloria d’un tanto Pontefice : e il carattere , che ha in » quelli Annali, ove li rileva folo il biafimevole in lui, e appena fi ce-» lebra l’eroica punizione de’congiunti, può far della impreffione negli » animi volgari; ma non già in chi bilanciando la pietà fomma, e l’ar-» dente brama dell’onor di Dio, che produffero sì fante, e sì utili Co-» ilituzioni nella Chiefa, folliene effere incomparabilmente maggiore »la gloria di Paolo IV. che l’operato biafimevolmente per colpa del »fuo naturale, e de’congiunti. S. Pio V. che reilituì l’onore alla no- e 2 » bilif-