Annali d’ I t a l i a. mifero iniìeme un efercito di 2100. Lancie, o fia d’Uomitii d’arme, di 1 500. Cavalli leggieri Italiani, di altri 1800. Stradioti Greci, e di 18000. Fanti da guerra , a’ quali aggiunfero ancora 12000. altri Fanti delle cernide de’Contadini. La Cronica fcritta a penna di Autore Anonimo Padovano, ma contemporaneo, la qual fi conferva preiTo (»'Storia di me, riferifce il nomadi tutti i Capitani (a)-, e poi confeiTa, che FtnctaMSta. almeno feCento di quelli Uomini d’arms erano vili famigli, perchè fcelti in fretta, ed elTere itati que’ Contadini più atti al badile e all’ aratro, che a fatti di guerra. Poteano quelli nondimeno fervire per gualcatori, e per fianco a i prefidiarj fecondo le occorrenze. Oltre a ciò , gran preparamento fi fece di Legni armati per mare , e ne’Fiumi, e nel Lago di Garda. ConduiTero ancora alcuni della Cafa Orfina e Savella, e Fracajfo da San Severino, Condottieri di molta gente d’ armi. Ma il Papa impedì loro il venire. Fu anche impedito il palio a Giovanni Conte diComania, a Michele Frangipane, e a Bothandreas Capitano della Liburnia, che doveano condurre 1500. Cavalli. Chiamati in Configlio Bartolomeo d’Alviano e il Conte di Pitigliano Generali delle lor armi, per intendere i lor fentimenti, l’ultimo d’eifi, come più vecchio, fu di parere, che fi fortificaiTero le Città di terra ferma, e provvedute che fodero di buon prefidio, fi ilelTe alla difefa, menando la cofa in lungo per li vantaggi, che poteano venire dal guadagnar tempo contro una Lega, facile a difcioglierfi per varj avveni- (b) Guic- menti (¿). Giudicò all’incontro l’Alviano, che fi avelie ad ufcire in ‘sZrìTvc’it- camPagna> prima che folle calato in Italia col preparato nuovo efer-ia msla. cito il Re Lodovico, meglio elTendo il far la guerra in cafa altrui, che l’afpettarla nella propria ; e potendo anche avvenire, che fi prendelTe qualche Città dello Stato di Milano, la cui conquida frallomalTe i primi difegni de’nemici. Prele il Senato un partito di mezzo, cioè ordinò, che 1’efercito non paiTalTe l’Adda; ma fi tenefie in que’contorni. Nel Mefe d’Aprile attaccatoli il fuoco nell’Arfenale di Venezia ne bruciò gran parte colla perdita di dodici corpi di Galee fottili, e di molte munizioni. Da lì a pochi giorni a cagion d’un fulmine fi bruciò la Rocca del Cartello di Brefcia con tutta la polve da fuoco, e tutte le munizioni. Cadde ancora l’archivio della Repubblica: avvenimenti , che dalla gente fuperfiziale furono prefi per preliminari e prefa-gi di maggiori fciagure. Arrivarono di Francia in Italia nella Primavera di quello Anno mille e ducento Laude, due mila cavalli leggieri, fei mila Fanti Svizzeri, e fei altri mila Guafconi e Piccardi, che fi unirono con cinquecento Lancie, mille Arcieri, ed otto mila fanti, che erano nello Stato di