170 Annali d* Italia. circa fefTanta braccia del muro del Barco, v’entrarono, ed avviando-iì verfo Mirabello ebbero all’incontro le fchiere del Re Criftianiflìmo. Anche Antonio da Leva fpinfe fuor di Pavia a quella danza quattro mila fanti, e quattrocento cavalli. Fu ben terribile ed oftinato il combattimento, ma quaiì tutto in rovina de’Franzefi. Gli Svizzeri, che non menarono le mani coll’ardore de gli anni addietro, furono rove-fciati ,• il refto non attefe , che a cercar la falute colla fuga. Il Re Francefco valorofamente combattendo , e cercando indarno di fermare i fuggitivi, dopo aver ricevuto due leggieri ferite nel volto e in una mano , ammazzatogli il cavallo, vi rellò fotto, nè mai fi volle rendere a cinque foldati , che riconofciutolo a gli ornamenti dell’armi per Signore d’alto affare, il voleano vivo e non morto, per ifperanza di grof-fa taglia. Se crediamo al Giovio, fu confortato ad arrenderfi al Borbone ; ma egli fremendo all’udire il nome di quel traditore, diffe, che fi chiamaffe il Viceré Lanoìa, a cui fi diede a conofcere , e fi arrendè. Il ricevette egli prigione dell’Imperadore, e dopo avergli baciata la mano , e aiutatolo a rizzarfi, il conduffe fopra un roncino nel Cartello di Pavia, dove fu nobilmente alloggiato e curato. Intanto continuarono i Cefurei ad uccidere o a far prigioni ; e perchè i Franzefi altro fcampo non aveano, che pel Ticino, moltiffimi d’eifi incalzati dai nemici lafciarono la vita in quel fiume . Secondo lo fcandaglio di chi fcriffe gli avvenimenti d’allora, rimafero eftinti in quella memorabil giornata otto in dieci mila del campo Franzefe, fra’quali l’Ammira-glio Bonivet, il Paliffa, il Tremoglia , 1 ’ Auùignì, ed altri Ufìziali del primo ordine; e prigioni, oltre al Re Francefco, il Re di Navarra, il Bafiardo di Savoia , Federigo da Bovolo, ed affaiffimi altri Capitani, e Gentiluomini. Laddove de gl’imperiali vogliono alcuni, che non pende più di (ettecento perfone. L’Anonimo Padovano fcrive due mila perfone, e fra quelle un folo Capitano di conto, cioè Ferrante Caflnota Marchefe di Sant''Angelo . PrelTo il Rinaldi ne gli Annali Ec-clefiallici le Lettere del Giberti Datario davano trucidati dodici in tredici mila Franzefi, e lette mila annegati nel Ticino. Aprì ben la bocca quello Monfignore. Salvolìi prima anche della rotta totale, e non fenza grave fuo biafimo, con fole quattrocento Lande il Signor di Alanfon verfo Piemonte-, ma appena giunto in Francia, vi termini i fuoi d\. Teodoro Trivulfio, cheterà alla guardia di Milano, nel dì medefimo della rotta fe ne pani in fretta, feguitandolo alla sfilata i fuoi foldati. Tutto il carriaggio del Re, eie lue artiglierie vennero in potere de’ vincitori; e sì grande fu il bottino, che ogni menomo faldato ne arricchì. Pensò poi il Vieerè Lanoia ài mettere il Re prigionie-