Anno MDXIII. 85 dietro non v’era efempio. Prefe egli il nome di Leone. X. Univerfal-mente venne applaudita sì inaspettata elezione, perchè quello perfonag-gio non avea macchie ne’precedenti fuoi collumi; era di genio dolce, liberale, e magnifico, Letterato, ed amante duella Letteratura. In fatti non ufcito peranche dal Conclave, prefe per Segretarj delle lue Lettere Pietro Bembo, e Jacopo Sadoleto, Scrittori di raro merito, e col tempo Cardinali infigni. Perciò fi figurò la gente in lui il rovefcio del poc anzi defunto Papa Giulio II. cioè un Pontefice, che metterebbe le lue delizie nel godimento della pace, e farebbe godere ad ognuno un foa-ve governo. Se in tutto l’indovinartero, ce ne accorgeremo. Diede egli principio al fuo reggimento colla manfuetudine, e con rara ma- fjnificenza nel dì della lua Coronazione, che fu il giorno n. d’Apri-e, perchè fu elTa efeguita con incredibil pompa, talmente che non v’era memoria di folennità limile a quella. Acconfentì, che v’inter-venirte Aljonjo Duca di Ferrara, il quale in abito Ducale portò il Gon-falon della Chiefa. Vi furono eziandio i Duchi d' Urbino e di Camerino, ed un concorfo innumerabile di Nobiltà. Cento mila Ducati d’oro ( fe n’erano trovati trecento mila in Cartello Sant’Agnolo) corto quella funzione, che non riportò applaufo da i faggi, i quali avrebbono defiderato, che un Romano Pontefice, in vece di profondere i tefo-ri in pompe fecolarefche, fi forte applicato alla correzion de’coftu-mi della facra fua Corte: difetto, che pur troppo produrte de i lacrimevoli fconcerti fotto quefto medefimo Papa. Nulla fi fece di quello , anzi Roma divenne 1’ emporio dell’allegria, del lurto, de’follazzi e banchetti, più di quel che forte mai Hata; laonde fempre più Crebbe la dirtolutezza e licenza con grave danno della Difciplina EcCle-fiaftica. Si mollrò su i principi Papa Leone neutrale ed irrefoluto ne i torbidi d’Italia, giacché fi udivano i preparamenti de’Franzefi per tornare in Italia, ed altrettanto farfi da’Veneziani collegati con erti, per ricuperare le Città perdute: al qual fine crearono lor Capitan Generale Bartolomeo d'Alviano, Capitano di fingolar valore e fperienza, già per onorifica adozione decorato del Cognome della Caia Orfina. Era quelli ftato condotto prigione in Francia, e rilafciato ora in virtù della Lega, feppe così ben giuftificare o col vero o col falfo la condotta fua nella battaglia di Gniaradadda, rifondendone tutta la colpa fui Pitigliano, che tornò in grazia del Senato Veneto. Si prevalfe il Papa di quelli rumori, per far paura a Majfimiliano Duca, di Milano, tanto che ottenne di ricavar dalle fue mani Parma e Piacenza. Il che latto, non piacendo ad erto Pontefice la venuta de’Franzeli, cominciò legatamente ( per non difguftare il Re di Francia ) a muovere con danari gli Svizzeri al foccorlo del Duca di Milano. Tomo X. F } Già’