liii »ila detto della Lega Pontificia col Re di Francia, la quale col ter-» rore delle armi venne a forza concimila, ed in vigore degli articoli » della quale Francefco tolfe alla Chiefa Parma, e Piacenza ». Quefle poche parole fanno vedere, in che conto debba tenerfi ciò che icrive il noftro Annalifla: Una delle condizioni fu, che il Papa tefliiuiffe al ke Parma, e Piacenza: e quello, che lcggiunge all'anno 1517. Fu in (al congiuntura fatta gagliarda ¡fianca a Papa Leone, perchè refluiti Qe Modena, Reggio, e Rubiera ad Alfcnjo Duca di Ferrara , fecondo che ne area date tante promeffe in Bologna. Ognuno può vedere, fino a che legno folle obbligato il Pontefice a mantenere condizioni eflorte da lui colle armi, e colla forza: ed indi conchiudere, quanto fia legittima la conseguenza, che indi ricava il Sig. Muratori, cioè, che l'offerrare la parola non ju mai contato tra le virtù di Papa Leene. Chi poi lo fente-menar tanto flrepito fulle Città di Modena, e Reggio, e full’altre Terre tolte inqiujlamente y e indebita mente alla Co fa d Lfi e, fecondo egli di ce anno 1515. e 1521. tetterà, come rimango io, fortemente fotprefo nell’udire, che fi parla in tal guifa di due Città conquiflate a buona guerra, ed una di effe pagata di più a danaro contante, e da chi? Da uno, che ha qualificate tante volte ne’Tomi precedenti per legittime pofTeflìoni le ufurpazioni manifefle degli fiati della Chiefa, e cambiati in Signori tanti Tiranni, come l’accurato Giornalitta , ed io con etto nelle rifpettive Prefazioni abbiamo offervato. Un’altra però attai più grave accufa viene addottala a Leone X. all’amo 1521. che altro è ficuramente, che l'aver mancato di parola. I due emuli Regnanti Carlo V. e Francefco 1. erano di già venuti alle armi tra di loro; ma fe n ha da credere all’ Annalifla , il primo a dar moto alle guerre tra quelli Sovrani, fu il Papa per ingrandire la Chiefa, ed abbatter l’Eftenfe. Tanto egli fcrive full’autorità del fuo Guicciardino : ma poiché il Rinaldi ancora parla di ciò, afcoltiamo un poco quello, che dice in queflo propofìto all’anno fletto num. 75. » Francefco Guicciardi-»110, il quale ha allo fpetto in coflume d’interpretare la mente de’ »Principi a fuo talento ( ed il cafo è, che non è folo ), e non ufa » tutta l’equità verfo i Romani Pontefici, ne rifonde la colpa in Leone. » Ma è certo, che Francefco Re di Francia meditava di togliere a »Carlo Imperadore il Regno di Navarra, e di Napoli, e Carlo di to->» gliere ad etto il Principato di Milano, ed il Ducato di Borgogna, e » che Leone non potè indurli a cercar d’involare a'nemici delia Fede » Regni affai più valli con maggior gloria, e facilità ». Faccia il Lettore il confronto tra relazione, e relazione, ed indi veda il giudizio, che debba formarfene. Altro non mi occorre di offervare fui Pontificato di Leone X. e niente su quello di Adriano VI. onde patterò al Succeffore Clemente VIL h 2