Anno MDLXVIII. Sognarono alcuni, che Don Carlo cominciaiTe o accrefceffe l’izza Sua contro il Padre al vedere prefa da lui vecchio per Moglie I-fabella di Francia, che conveniva molto più a lui giovanetto. Che da lì innanzi egli amoreggiaffe la Matrigna, onde naiceffe grave geloiìa nel Padre, il quale viè più fi confermaffe in tal fofpetro, perchè la buona Principerà gli parlaffe talvolta in ifcufa e favore del Figliailro. Crebbe maggiormente cotal dicerìa, allorché fi vide mancar di vita per immaturo parto la fletta Regina ITabella nel dì tre di Ottobre di quell’ Anno, interpretando la maliziofa gente per violenta una morte, che tanto facilmente potè effere naturale, e che inavvertentemente fu accelerata da i Medici, giudicanti lei oppilata e non gravida. E queilo s’ha da i Romanzi fabbricati su queilo funeitiffimo avvenimento, fra’ quali ha avuto grande Spaccio quello del Signor di San Reale. Altri Icriflero natala dilcordia di Don Carlo col Padre, perchè tenuto come fchiavo, e Sovente ancora Sgridato. Ch’egli tramò di fuggirfene e venire in Italia, o pattare in Fiandra, per follevare i Popoli contro il Reai Genitore; e che diede impulfo alla follevazion de’Mori, accaduta in queili tempi in Ifpagna. Aver egli confidato, o almen laSciato traSpirare qualche luo pernicioSo diSegno a Don Giovanni et A u(ina Suo Zio, il quale immantenente rivelò tutto al Re. Che Don Carlo Sparlava pubblicamente del Padre, e de’Suoi Miniilri; manteneva corriS-pondenze co i di lui nemici; era di genio sì crudele, che potea te-merfi di lui non un Re Severo, ma un Tiranno Spietato. Ch’egli fi Scopri infetto di Sentimenti Eretici, per li quali fu anche chiamato il Configìio dell’Inquiiìzione, fecondo il parer di cui non meno, che del Reai Configlio , fu concimilo, doverfi anteporre il pubblico bene della Religione, e dello Stato ad ogni privato riguardo. Perlochè fu profferita Sentenza di morte contra di lui, e quella Sottofcritta con coraggio dal Re afflittiffimo contro tutte le ripugnanze della natura. Ma il Saggio Lettore ha da effere perSuaSo, che l’iminaginazion del volgo e de gli Storici, e de i Politici, Sabbricò qui più Sul Verifimi-le , che Sul Vero; perciocché FilippoII. non volle per motivi di Saviezza rivelare giammai al Pubblico i motivi dell’imprigionamento del Figlio . Quel che fi può tenere per Sermo , fi è , che Don Carlo fu Principe di cervello torbidiffìmo, di genio ilravagante, e pregno d’ odio contra del Padre: paffione capace d’ifpirargli ogni più rea rifoluzione. Che il Re Padre nulla operò contro il Figlio, fenza confultar fopra sì importante affare Minillri e Teologi, e fenza chiarire con buone pruove in un Proceffo i demeriti del Figliuolo. E finalmente effendo egli flato Monarca sì faggio e pio, non fi può mai credere, ch’egli Tomo X. " C c Pa-