Anno MDLI. 315 egli in vano fatto ricorfo all’Imperador Carlo. Reilava tuttavia in potere d’effo Augullo la Goletta, e v’era per Comandante Antonio Perez, il quale in quelli tempi, perchè Amida facea troppo il bell’umo* re, il cominciò a tempailare in tal maniera, che il Barbaro fu affretto ad un nuovo accordo, con obbligarli di pagare annualmente all’ Imperadore dodici mila feudi pel mantenimento della Goletta, e in oltre quindici Cavalli barbari, diciotto falconi, e legna, quanta bailaf-fe alla guarnigion d’effa Goletta ; e di rilafciare gli fchiavi Criltiani , e di non farne più da lì innanzi. Fece alquanto di, guerra in quell’ Anno il Re di Francia per mare all’Imperadore. Leone Strozzi Gran Priore di Capoa fuo General di mare, con ventotto Galee pafsò a Barcellona, e fu vicino ad impadronirli di quella Città. Conduffe via da quel Porto fette Navi cariche di mercatanzia, ed altri Legni minori con una Galeotta Spagnuola. Anche nell’Oceano ventidue Navi mercantili paffando da i Paefi baffi alla volta di Spagna , e credendoli Cicute per la pace, che tuttavia durava, il Poiino Franzele con alquanti Legni armati andò a vifitarlo, e a riferva di nove, che fcamparono, prefe e menò l’altre a Roano, e lì calcolò la perdita di que’mercataiv ti a un mezzo millione di feudi d’oro . Anno di Cristo mdlii. Indizione x. di Giulio III. Papa 3. di Carlo V. Imperadore 34. E Rasi troppo facilmente impegnato Papa Giulio nella guerra della Mirandola e di Parma . Non fapendo, qual voragine di danari fia il mantener Armate in campagna, trovò predo il fuo erario sfinito, quello dell’Imperadore fuggetto a'medefimi deliquj, e sè ileffo malamente involto in una fallidiofa imprefa, che gli facea perdere la de-fiderata quiete, di modo che fino nel precedente Anno lì diede a muovere parole di Tregua e di Pace. Quel nondimeno, che maggiormente gli mife il cervello a partito, fu un colpo di Arrigo II. Re di Francia, il quale col proibir l’ufcita del danaro dal Regno fuo per la pro-vifta de’Benefizj, alterò non poco le mifure della Camera Pontificia. Vietò in oltre quel Re a’fuoi Prelati di concorrere al Concilio di Trenr to* e quel che è più, quantunque nelle fue Lettere e proteilazioni dir mollraffe un inviolabil attaccamento e fommeffione alla Sede Apollo-lica, pur fotto mano facea diffeminar fofpetti di voler levare l’ubbidienza al Pontefice nel fuo Regno. Udivali ancora, che in Francia era pro- get-