io 6 Annali d’ Italia. morti nelle battaglie, perchè ognuno a mifura delle Tue pafììoni l’in-grandifce o fminuifce. Fu, fecondo 1’Anonimo Padovano, creduto, che vi reftattero dieci mila Svizzeri, e cinquemila dell’Armata Fran-zefe con affai riguardevoli Ufiziali . Poi a Milano gli Svizzeri , per avere un precedo di tornare con onore a cafa , fecero irtanza di una gran fomma di danaro al Duca di Milano , e non potendola ottenere, s’avviarono verfo Como. Fu fpedito dietro ad effi Mercurio Bua con mille Stradioti, ed altrettanti cavalli Franzefi, che ne fece mol-tiflìmi freddi. 11 refto , pattati i> monti, fi riduiTe alle lor caie con volto ben diverfo da quello, con cui s’ erano partiti. Nel dì quattordici del fuddetto Settembre, Milano mandò al Re Ambafciatori colle chiavi di quella Città, e fu convenuto, che quel Popolo pagaffe trecento mila Scudi in tre paghe. Non volle il Re Fran-ce/co entrare in Milano, ma pafsò a Pavia, perchè il Cartello, in cui s’era chiufo con buon prefidio e gran copia di munizioni da guerra, e provvigione di viveri Mafflmilìano Sforma Duca, ricusò di renderli. Tutte l’altre Città vennero alla divozione del Re, a riferva del fuddetto fortiffimo Cartello, e di quel di Cremona. Pietro Navarro fu defti-nato con cinque mila fanti all’attedio del primo,- e il Bafìardo di Savoia con altrettanta gente all’efpugnazione dell’altro. All’avvifodi que- lli avvenimenti Papa Leone, che già avea decretato di voler effere a-mico folamente de’fortunati, non perdè tempo a far muovere trattato di concordia col Re Criltianiiìimo per mezzo di Carlo Duca di Savoia. Probabilmente avea egli ancora prevenuto etto Duca di quel che fotte da fare, cafo che andaffero in decadenza gli affari della Lega. Trovò il Duca4utta la buona difpofìzione nel Re per la riverenza, eh’ egli proiettava alla Santa Sede; e fu non folo conchiufo accordo, ma anche Lega fra loro , in cui il Papa non dimenticò i vantaggi della propria Cafa , e la protezione de’Fiorentini. Una delle condizioni fu, che etto Papa rertituiffe al Re Parma e Piacenza, e che il Re in ri-compenfa dette uno Stato in Francia a Giuliano Fratello del Pontefice, e penfione al medeinno, e un’altra penfìone a Lorenzo di lui Nipote . Ora il Viceré Cardona, che infoipettito da gran tempo del Papa, s’era ritirato colle fue genti nel Modenefe, da che ebbe intefo ratificata da iui nel dì i 3. d’ Ottobre la Lega col Re, fe ne tornò pacificamente a Napoli ; e pattando per Roma , di grandi doglianze fece col Papa , il quale in fuo cuor fe ne rife. Pattarono appena ventidue giorni, dappoiché fu dato principio all’attedio del Cartello di Milano, che Mailìmiliano Sforza diede orecchio alle proporzioni d’un accomodamento col Re, fattegli dal Duca di Borbone Governatore di Milano .