4^6 Annali d’ Italia; prode , con tempeftare intanto il Duca di Parma, che ufciffe in mare colle fue Navi da trafporto, ma fenza poterlo egli fare per varj rifletti, fpezialmente per non efporre Navi difarmate alle artiglierie nemiche. Furono prefe dal Drago alcune Navi Spagnuole sbandate: quand’ ecco mentre la Flotta Iipana folamenre penfava a ritirarfi per non combattere co i nemici, vien forzata a combattere con una fpie-tata tempefta di mare, che all’improVvifo iìfollevò. Reftò efia tutta ipinta qua e là, parte in Ifcozia ed Irlanda, e parte verfo altre contrade. Molte di quelle Navi rimafero ingoiate dall’infuriato elemento, altre ^adderò in mano de gl’infedeli; quelle infine, che iì ridufiero fal-ve in Ifpagna, fi videro tutte malconcie e fdrufcite. Secondo gli Scrittori Spagnuoli, vi perirono folamente trentadue Legni da guerra, oltre a quei da carico, e circa dieci milafoldati. Da i nemici fi fece afcendere la perdita d’etti Spagnuoli a venti mila Uomini , e ad ottanta Navi . Quel che è certo, inefplicabile fu il danno de gli Spagnuoli, e in quella fortuna di mare naufragò ogni fperanza di rintuzzar l’orgoglio della Regina Inglefe, e di faldar le piaghe de’Popoli Fiamminghi. Ma fe grande, anzi maffima fu quella difavventura, più grande ancora, per attellato di ognuno, fi trovò l’animo e il coraggio del Re Filippo II. che niun fegno di perturbazione moflrò , e placido come prima fece conofcere, che il fuo coraggio era fuperiore ad ogni fcof-fa dell’avverfa fortuna. Il fuo fdegno nondimeno contro il Medina Sidonia non tardò a farfi conofcere ; nè mancarono dicerie ed accu-fe contra di Aleffandro Farnefe , quaficchè potendo non aveife voluto accorrere in foccorfo dell’ altro . Alcune imprefe fece nel retto di queft’Anno effo Duca Aleffandro; ma io mi difpenfo dal raccontarle. Non vo'già tacere, aver molti creduto invenzione di quefti ultimi tempi l’uio delle Bombe, quando c’infegna Famiano Strada, che inventate effe da un Italiano, o pure da altro Ingegnere di Venlò con poca diverfità dalle moderne, furono in queft’Anno adoperate nell’attedio di ra&endon picciola Fortezza della Gheldria , e molto cooperarono per coftrignerla alla refa . Non minore ftrepito fece parimente nell’Anno prefente una fcena fucceduta in Francia, che efigerebbe molte parole, ma ch’io in poche fpedirò. Mal foddisfatto era il Re Arrigo 111. del Duca di Guifa, e de’ fuoi feguaci Cattolici confederati, perchè la potenza d’etti faceva troppa ombra alla Regai fua autorità. Furono a lui iniinuati fofpetti, che il Duca amoreggiaffe la Corona di Francia, fenza neppure afpettarla dopo la morte Tua. Furono in fatti propofte da eflì Confederati al Re alcune dure condizioni, e il Guifd volle venire a Parigi, contuttoché il Re