Anno MDLVII. J5I notizia , perchè di loro non iì fidava, e fpinti anche fhori alcuni cavalli a fcaramucciare, fece conofcere al Duca fcoperti i di lui dife-gni; perlochè quelli fi ritirò, tornando a flrignere Palliano. In tale flato fi trovavano le cofe d’Italia, quando giunfero a Roma le nuove funefte della guerra de’Franzefi con gli Spagnuoli ne’Paefi baffi. Era quefla apertamente fiata dichiarata nel Mefe di Giugno, efTendo entrata in Lega col Re Cattolico anche l’Inghilterra; e tenu-tofi un gran Conlìgho da i Capitani del Re Filippo, in effo prevaliè il parere di Don Ferrame Gonzaga, il qual pofcia nel dì 15. di Novembre dell’Anno prefente terminò i fuoi giorni in BrufTelles. Ebbe quello Principe la gloria d’effere compianto fin da gli emuli fuoi, e molto più dal Re Cattolico, per avere perduto in lui un valorofiffimo Capitano, e Tempre fedele , non oflante le tante calunnie inventate con-tra di lui. Fu dunque rifoluto di formar l’attedio di San Quintino, Fortezza importante, e di difficiliffimo acquiflo. Emmanuel Filiberto \a-lorofo Duca di Savoia, e Capitan Generale dell’Armata Spagnuola, confidente in circa trentafette mila bravi combattenti, nel dì tre d’A-goflo andò ad accamparti intorno a quella forte Terra, e toflo fi applicò a fare i dovuti trincieramenti. Per foccorrerla giunfe nel dì dieci del fuddetto Mefe con un’Armata di ventitré mila perfone il Conrefla-bile di Francia Anna di Memorami. Allora fu, che fi venne ad un fatto d’armi, in cui urtati e rovefciati i Franzefi dalla forte cavalleria de’ Tedefchi e Spagnuoli, andarono totalmente in rotta. Memorabile al maggior fegno fu quella vittoria, perciocché poco coflò a gli Spagnuoli; all’ incontro, fecondo alcuni, vi perirono quafi fei mila Franzefi, e rimafero prigioni lo fletto Conteflabile col Figlio, i Duchi di Monpen-fiero e di Longavilla, ed altri gran Signori, circa due mila Gentiluomini, e quattro mila foldati. Dopo quella infigne vittoria fu maggiormente ilretto e berfagliato San Quintino, alla cui difefa non mancò di far molte prodezze Gajparo di Colignì Ammiraglio di Francia. Lo fleffo Re Cattolico fi portò a quell’ attedio, e andò a finire la fcena nella prefa e nel Taccheggio d’effa Piazza. Di sì buon vento fu creduto, che non TapefTero profittare Tarmi del Re Cattolico, efTendo ballato loro di prendere il Cailelletto, Han, Noione, Scevì ed altri Luoghi di poco momento. Ora per quella grave percofTa trovandofi il Re Arrigo II. in non lievi anguille , giudicò necettàrio il ritorno in Francia del Duca di GuiTa colle foldatefche di fuo comando, e l’ordine a lui ne fu fpedito. A confondere intanto i difegni ambiziofi de’Carrafi, e i penfieri mondani di Papa Paolo, s’erano aggroppate molte difavventure, cioè la