io8 Annali d’ Italia. cuore alla memoria de’patiti affronti la fete fpezialmente di vendicarli de’Fiorentini : al che fi conofceva più a propofito la potenza crefcente di Cefare, che la troppo fminuita del Re Crillianirtimo. Perciò nel dì (a) Du- ventinove di Giugno dell’Anno prefente (a), fu concluufa in Barcel-Mont, ima Lega fra effo Pontefice e l’lmperadore, con cui quelli fi ob- bligò di rimettere in Firenze nella primiera fua grandezza la Cala de’Medici ; di dare Margherita d' A ufiria fua Figlia naturale ad Aleffan-dro, creduto Figliuolo naturale di Lorenzo de medici, exli una Schiava per nome Anna, benché il Segni feriva, che altri avellerò avuto commercio con quella vii donna. Siccome ancora di rimettere il Papa in poffeifo di Modena, Reggio, e Rubiera , fenza pregiudizio delle ragioni del Romano Imperio; e di Cervia e Ravenna, occupate da i Veneziani. Nè quello ballò. Promife ancora Carlo V. di affiliare Clemente VII. a fpogliar la Caia d’Elle del Ducato di Ferrara, fotto l’iniquo pretello di fellonìa e ribellione del Duca Alfonfo. Le altfe particolarità d’elfa Legale tralafcio, ballando folamente aggiugnere , che gli affari del Ducato di Milano, e di Francejco Sforma , rellarono come prima dubbiofi e pendenti più dalla volontà dell’lmperadore, che dalle decifioni della Giullizia. Bolliva più che mai in cuore del Re Francejco /. il defiderio di liberare i fuoi Figli, lafciati per ortaggio in mano del fuddetto Augufto. Una fpinta ancora gli diede la già detta confederazione d’erto Pontefice. Però anch’egli nel dì cinque d’Agorto di quell’Anno s’induffe a ilabilsre in Cambrai un accordo affai fvantaggiofo con erto lmperadore. Cioè per riavere i Figli, fi obbligò di pagare allo fterto Augufto due millioni di feudi d’oro del Sole. Fece anche una ceflione di quanto egli poffedeva nello Stato di Milano e nel Regno di Napoli, e de i diritti della Corona di Francia fo-pra la Fiandra ed Artefia, con altre condizioni, che aU’affunto mio non è l’efprimere. Di quelle Paci crederà taluno, che l’Italia allora averte da efultare, come fe dopo tante tempelle forte giunto il fofpi-rato tempo fereno. Ma non fu così. Perciocché durava tuttavia fa discordia fra Cefare e i Veneziani uniti col Duca di Milano; e il Papa non tardò molto a far muovere, fecondo gli ordini dell’lmperadore, il Principe d' Oranges contra de’Fiorentini. Arrivò quello Signore a dì 19. d’Agorto a Terni, e s’inoltrò poi a Spello, menando feco, per quanto fcrive 1’Anonimo Padovano, otto mila fanti fra Tedefchi e Spa-gnuoli, co’quali s’unirono dieci mila fanti, affaldati dal Pontefice lotto valorofi Capitani. S’era ne’Meli innanzi ritirato dal fervigio del Papa Malatefia Buglione, con paflare a quel de’Fiorentini, ed impof-feifarfi della Città di Perugia fua Patria. Mife anche prefidio in Macerata ,