86 Annali d’ Italia; Già’ erano inforte varie commozioni per le Città di quel Ducato, perchè i Popoli, dianzi cotanto infaftiditi del dominio e pelante governo de’ Franzeii, fperando miglior trattamento lotto lo Sforza , s’ erano poi trovati non poco ingannati, ilante l’ecceffo delle taglie impofte per pagare e regalare gP infaziabili Svizzeri, e per raunare un efercito in difefa dello Stato. Perciò prevaleva il deliderio di tornar fotto i non più odiati Franzeii, divenendoli minor male in confronto del maggiore una fpezie di bene nelle bilance del Mondo. Tanto più ancora le ne invogliarono i Popoli, perchè fembrava loro lo Sforza Principe di poca mente, e anche di minore fpirito. Avvenne eziandio, che Sagramoro Vifconte, deputato all’attedio del Gattello di Milano, tuttavia occupato da eiìì Franzeii, e languente, v’introduce una notte gran quantità di farina, vino , e grafeia : dopo il qual tradimento fe ne fuggì all'Armata nemica, o pure in Francia, dove ricevette non poche finezze dal Re Lodovico. Calarono finalmente i Fran-zefi da Sufa in Lombardia, con forte efercito , fotto il comando del Signor della Tremoglia , affittito dal prode Marefciallo Gian-Jacopo Tri-vulfio, e s’impadronirono lènza oppofizione di Atti, e d’ Aleffandria. Le Speranze di Maffimiliano Sforza erano ripotte ne gli Svizzeri, giacché il Cardona Viceré di Napoli co’fuoi Spagnuoli le ne ttava fui Piacentino con ordini fegreti del Re Cattolico di non mettere a rifehio la fua picciola Armata, e di ritirarli, occorrendo, ad afficurare il Regno di Napoli. Grandi rumori, e quafi guerra fu fra gli fteffi Svizzeri, perchè parte d’effi era ftata guadagnata dalla pecunia Franzefe. Pure prevalendo il partito di chi ardentemente bramava la difefa del- lo Sforza nel Ducato di Milano, cinque mila d’effi vennero ad unirli con lui, e maggior numero anche fe ne afpettava. Con quetto rinforzo ufci il Duca in campagna, e andò a pollarli su quel di Tortona, per opporli a i Franzeii. Ma intanto il Popolo di Milano, veggendo Sguernita la Città di milizie, e minacciante il Cattello , acclamò il nome de’Franzeii. Fu Subito riftorato di nuove genti e di vettovaglie quell’importante Cattello. Dall’altra parte non perdè tempo 1’ Alvia-no, Generale de’Veneziani, e prevalendoli del terrore già lparfo per li Popoli, ufcì in campagna con mille e ducento Lande, due mila e cinquecento cavalli leggieri, ed otto mila fanti, gente tutta ben agguerrita e coraggiofa. Impadronitoli di Valeggio, e di Pefchiera, ancorché intendeffe fatti gagliardi movimenti in BreScia, e fotte chiamato colà: pure s’indirizzò a Cremona, dove bravamente entrò con ¿Svaligiar Ce-fare Feramofca, che con trecento cavalli e cinquecento fanti del Duca di Milano era ivi in guardia. Mentre rinforzava di vettovaglie il Cartel-