Anno MDXCV. 49$ que Arrigo la guerra al Re Cattolico con un pubblico Manìfefto, al quale con altro limile fu rifporto. Giacché era mancato di vita 1’ Arciduca Ernejlo Governator della Fiandra, e prò interim reftava appoggiato quel governo al Conte di Fuentes, a lui venne da Madrid ordine di profeguir le ortilità. Entrato pertanto egli nella Piccardia coll’ efercito iuo, covando il difegno di ricuperar la Città di Cambrai, af-fediò e prefe il Cartelletto , Fortezza d’importanza per l’intenzione fua. Di là pafsò all’aifedio di Dorlac, al cui foccorfo paifati i Fran-zefì, ebbero la mala Pafqua. Fu prefa anche quella Terra e faccheg-giata: dopo di che il Fuentes arditamente cinfe d’aifedio la riguarde-vol Città di Cambrai, tuttoché iì trovaffero alla difefa di quella Città circa due mila e cinquecento fanti e fecento cavalli, oltre al pre-fidio della Cittadella, confìrtente in cinquecento fanti. Ma teneva e-gli delle intelligenze con alcuni di que’Cittadini, fautori dell’ Arcivescovo; e in fatti dappoiché furono ben inoltrate le trincee, ed ebbero le batterie alzate, non folamente diroccata buona parte del muro, ma anche berfagliato un buon numero delle cafe della Città, quel Popo- lo fi moffe a maniferta follevazione, ed le porte a gli Spagnuoli. Ritirati i Franzetì nella Cittadella, non tardarono molto a trattare di renderla con tutte le più onorevoli condizioni, che poterono desiderare. Per tale acquirto gran gloria riportò il Fuentes, e fomma fu 1’ allegrezza delle Provincie Cattoliche della Fiandra, al cui governo arrivò dipoi il Cardinale Arciduca Alberto, fratello del defunto Arciduca Ernefto. Dalla parte ancora della Borgogna e della Savoia iacea-no gli Spagnuoli guerra alla Francia. Lesdiguieres tolfe al Duca di Savoia Exiles, e il Duca a lui il forte Cartello di Cavours, ed altri Luoghi. Ma non per quefto lafciavano d’andare Tempre più profperan-do gli affari del Re Arrigo, perchè ricuperò Vienna nel Delfinato; la Provenza tornò quafì tutta alla fua ubbidienza; Digion, e Sciailon in Borgogna a lui fi diedero , per tacer d’altri vantaggi fuoi. Quel che più importa, la riconciliazione fua colla fanta Sede operò, che il Duca d’Umena ed altri Principi cominciarono fegretamente a trattar fe-co di concordarfì e fottometterfì; e Carlo Emmanuele Duca di Savoia, ficcome faggio, intavolò torto e conchiufe una tregua con lui. Non andò efente nè pure in queft’Anno la'Campagna di Roma da gl’infulti de’banditi, cioè fpezialmente verfo Anagni e Frofìnone, dove commifero orrendi misfatti. Contra di coftoro fpedì il Pcirefice alcune compagnie di cavalli, ed altrettanto fece il Conte di Oliva-rez Viceré di Napoli contra de gli altri , che maggiormente inferta-vano quel Regno. Grandi lamenti erano per quell’ iniqua gente , che tutto