148 Annali d’ Italia. eia, capace di paiTare il Pò* o di efpugnare una Città di quel Ducato. E che foiTe loro lecito di pattare in Francia a bandiere Spiegate con tutti i lor carriaggi ed artiglierie. Furono dati gii ortaggi perl’e-fecuzion del Trattato . Lìndefesso Colonna, giacché il ferro era caldo , non perdè tempo a batterlo. Imperciocché mife torto in marcia l’efercito alla volta di Genova, con penfiero difnidare anche di là i Franzeii. Seco lì u-nì il Duca di Mdano con Girolamo ed Antoniotto fratelli Ad orni, ftio-rul'citi di Genova. Arrivati che furono fotto quella nobil Città , s’accamparono intorno ad efla in varj liti, con difporre ben torto le artiglierie controle mura. Il Doge, o fìa Governatore Ottaviano Fregofo, uomo di gran vaglia ed univerfamente amato per 1’ ottimo fuo governo, avea già prefì circa quattro mila fanti Italiani al fuo fervigio . Ben prevedendo , che anche fopra di lui e della Città lì dovea (caricar la lem-perta , dianzi con più lettere avea chiefto foccorfo al Re C riftiamjjìmo, il quale giacché non avrebbono potuto giugnere a tempo quattordici mila fanti e cinquecento Lande inviate verfo l’Italia per terra , fpedì a Genova per mare Pietro Navarro, celebre Capitano da noi altrove veduto , con quattro Galee e due mila fanti imbarcati in altri legni. Giunfe il Navarro colà due dì prima dell’arrivo dell’Armata (a) Agnino Imperiale . Ora il Duca e il Colonna appena arrivati (a) , per un Aral-G^Ùìlrdhi'o do ^ecero intendere a iGenovefi , che fe congedaflero il preiìdio Fran-Anonimo zefe , e ricevettero un altro Doge , fi conferverebbe loro la Libertà j padovano, fe nò , lì afpettattero tutti i malori di una Città prefa per forza. Non Pfiltr,°edali'i mancavano partigiani a i fuddetti Adorni ; ma per paura del preiìdio ’ninno ardiva di muoverli, e il Fregofo facea fperar vicino un più gagliardo foccorfo diFraiizefi. Pertanto veggendo il Colonna perfìftere quel Popolo nell’ union co’ Franzefi, comandò, che le artiglierie par-laflero più efficacemente dell’ Araldo. Riufcì al Marchefe di Pefcaraxw poche ore di diroccar le mura d’ una torre : il che veduto dal Fregolo, fi avvisò di trattar di accordo, fperando di menar la cofa tanto in lungo, che fopraveniflè il non molto lontano foccorfo de’Franzefì. Ma mentre fi facea quello negoziato nel dì 30. di Maggio, edera come accordato tutto , il Marchefe di Pefcara , che avea prometto il facco della Città a’fuoi fanti Spagnuoli ed Italiani, diede i’attalto alla breccia fatta, e v'entrò verfo la notte colla fua gente , la qual fubito s’ applicò al faccheggio. Ciò intefo dal rerto dell’Armata, non fi potè ritenere, che anch’ efla non corrette alla preda. Entrarono quella notte il Duca e il Colonna nella miiera Città ; ma nè etti, nè i Fratelli Adorni poterono punto trattenere la sfrenata foldatefca dal continuare il fac-