Anno MDXXV. 169 giugnerfi con lui; ma i Colonne!!, fautori della parte Imperiale, con molta cavalleria, e forfè con fei mila fanti ( il Guicciardinoli fa molto meno) andarono ad affalirli a San Paolo fuori di Roma, e diedero loro una folenne rotta, infeguendoli fino a Ponte Santo Agnolo: il che avendo cagionato gran terrore in Roma , poco mancò, che il Papa non lì ritiraffe in Cartello. Finalmente nel dì 14. di Febbraio -I’ efer-cito Cefareo in Lombardia lì accollò sì da vicino a quel de’ Franzefi, dove già s’era ritirato il Re, che gli attediati di Pavia, già ridotti a gli elìremi, lì avvidero con loro gran gioia di poter fperare il foccorfo . Le azioni gloriofe fatte in quella occalìone da Francefco Ferv dinando Davalos Marchefe di Pefcara , che fi potè chiamar 1’ Achille e l'anima dell’Armata Cefarea, non è a me permeilo di riferirle diile-famente. Dirò lòlamente , che avendo egli inviato Alfonfo Davalos Marchefe del Vaflo fuo Cugino, e giovane valorofiffimo, ad allattare un ballion de’nemici, nello Hello tempo egli fpianuta la folla in altro lìto , con valore ed indullria mirabile fpinfe entro Pavia cento cinquanta cavalli, cadaun d’effi con un valigino pieno di polve da fuoco : il che fu d’incredibil aiuto -ad Antonio da Leva , che n’era già ri-mallo fenza. Così nel dì 20. di Febbraio gli riufcì con altro felice tentativo di fpignere nell’afflitta Città gran copia di vettovaglia; e nel dì feguente efpugnò un altro ballione , con portarne via fei pezzi d’ artiglieria. Stavano in quella maniera a fronte le due Armate nemiche; la Franzefe llretta ne’Tuoi forti trincieramenti, ma col cuor palpitante, di modo che il fuddetto Marchefe di Pefcara ebbe a dire al Viceré Lanoia, eifergli finquì fembrato di combattere non con uomini, ma con femmine. Gran parte de’Capitani, ed anche il Papa per mezzo di Girolamo Leandro Vefcovo di Brind/Jì, fuo Nunzio, e con più Lettere andavano consigliando il Re Francefco, che fchivata ogni battaglia con gente difperata,fi ritiraiTe di là dal Ticino, afficurandolo in tal guifa della vittoria; perchè mancando le paghe a gl’ I mperiali, in breve lì farebbe ridotta in nulla la loro Armata. Il Re di tella cocciuta impontò, parendo cofa vergognofa ad un par fuo il levarli da quell’ alfedio , e il mollrar paura. E perciocché fapeva le deliberazioni de’nemici di voler venire ad un fatto d’armi, mandati di là dal Ticino tutti i carriaggi , mercatanti, vivandieri, ed altra gente inutile, lì preparò a riceverli. Ora nella notte precedente al dì 24. di Febbraio, fella di San Mattia , e giorno, che altre volte fi provò poi propizio all’ lmperador Carlo V. fi mife in ordinanza di battaglia 1’eferci-to Cefareo, e qualche ora avanti giorno , dopo aver gittate a terra circ^