Anno M D X X X I. 111 fatto" nè facea P invittiffimo Carlo a Firenze, e quanti privilegi la-fciava al loro Popolo , tutto doveano riconofcere dal medefimo A-lefTandro, il quale aveva trovata tanta grazia ne gli occhi dell’Au-guflo Sovrano. Letta fu la Dichiarazione o Diploma, ed accettata con giuramento da tutti, e fucceffivamente fi fecero fuochi ed altri legni di giubilo per tutta la Città. Ma perciocché tanto in eflb Diploma, quanto neila concione del MuiTetola, non s’udì mai il nome di Libertà, per concerto fatto col Papa: perciò fi guardavano l’un 1’ altro in volto i Fiorentini. Molti v’erano , a’ quali cadeano lagrime d'allegrezza, perchè fcorgeano trovato un ripiego , per quetare e frenar le difcordie di quel Popolo, flato Tempre involto in gare e fedizioni in addietro. Ma i più Ipargevano lagrime di rabbia, al mirare in quel dì fpenta la loro antica Libertà. Convenne poi nel feguente Ottobre inviare Oratori all’Imperadore per ringraziarlo dell’incomparabil dono loro fatto nel dare per Capo alla Repubblica un sì fingolar perfonag-gio, come era il Duca Aleffandro. Dove terminale poi quefto titolo di Capo lo vedremo all’Anno feguente. Era in quefti tempi Marchefe di Monferrato Bonifacio Figlio di Guglielmo, giovane di grande efpet-tazione, fpezialmente addeflrato in tutte l’Arti Cavallereiche. Andando egli un giorno a caccia fopra un generolo cavallo, a tutta carriera feguitava non so qual fiera. Cadde il cavallo, e con tal empito balzò di Ièlla l’infelice Principe, che fi ruppe il collo, e reftò morto fulla terra. Gran pianto fu per quello fra i fudditi fuoi, che l’amavano a difmifura. Dovette fcartabellar poco il Conte Lolchi, allorché fcriffe, che queflo Principe era morto nel 1518. correndo colla lancia all’incontro di un altro di pari età fopra un feroce corfiero. Vivea allora Gian-Gwrgio fuo Zio paterno, che portava l’abito Ecclefiaflico, godendo una pingue Abbazia, non so fe di Bremide o di Lucedio. Rinunzió quel Benefizio, ed aiTunfe il governo di Monferrato. Reftava-no tuttavia in quella nobiliffima Famiglia due Principeffe Figlie del Marchese Guglielmo, e forelle del defunto Bonifazio j cioè Margherita ed Anna. Tanti maneggi fece Federigo Duca di Mantova, che gli riufcì in queft’Anno di ottenere in moglie la prima. Con gran folennità fi celebrarono quelle nozze in Cafale di Sant’Evafio; maggiori poi furono le felle in Mantova, allorché vi comparve quefta PrincipeiTa, da cui quanto bene riportafle la Cafa Gonzaga, non iftaremo molto a vederlo. Anno