AnnoMDX. 51 e cominciò a muovere liti contra di Alfohfo Duca di Ferrara; mal digerendo, ch’egli foiTe sì attaccato alla Francia . Imperiofamente dunque gli comandò di non far da lì innanzi fale a Comacchioin pregiudizio delle Saline di Cervia , fìccome dianzi non nefacea, quando Cervia era in mano de’Veneziani. Al che rifpondeva il Duca di non eifere tenuto per alcuna capitolazione col Papa per quello, nè dovergli eflere ciò impedito, da che egli riconofceva per le fue Inveftitu-re folamente dall’ Imperio la Città di Comacchio. Sufcitò ancora altre querele col Re Lodovico, una delle quali fu, ch’egli non aveiTe a ritener fotto la fua protezione eifo Duca di Ferrara . Intanto il Re di Francia, che per tempo con un Trattato s’era af-iìcurato del Re d’Inghilterra, affai chiarito della difattenzione del Re de’Romani, informato ancora de i difordini, che erano in Verona con pericolo, che quella Città ricadeffe in potere de’Veneziani, ftante la continuata vicinanza del loro efercito a quella Città: ebbe cura di aiTodar meglio quel’antemurale allo Stato di Milano. Dati perciò fef-fanta mila Ducati d’oro a MaiTiroiliano, ne ricevette in pegno la Cittadella di Verona ( dove mife buon prendio ) e il Calvello di Ligna-go, fe poteva ritorlo a’Veneziani. Quindi amendue iì diedero a far gran preparamento d’armi, per continuare più che mai la guerra contro la Repubblica, la quale dal canto fuo non tralafciava d'armariì a fin di reiiftere a tanti nemici. Prefero i Veneziani per Governatore dell’efercito loro Lucio Malve^o, e per Capitano della Fanteria Zo-ren^o, appellato Ren^o, da Ceri ; nel qual tempo con intelligenze, che aveano in Verona, tentarono una notte di forprendere quella Città colle fcale. Andò il colpo fallito: il che coito la vita a molti, che furono creduti, o trovati veramente rei della congiura. Venuto il Mefe d’Aprile , eccoti comparire a Verona mille cavalli, ed otto mila fanti inviati da Majjimiliano Cejare fotto il comando del Principe d' A-nalt. Di là a non molto Carlo d’Ambojia Governator di Milano con Gian-Giocomo Trivulpo, feco conducendo mille cinquecento Lande , dieci mila fanti , tre mila cavalli leggieri, e groilo treno d’artiglieria , vennero a paflar l’Adigetto alla Canda , e cominciarono ad entrare fui Padovano . Alfonfo Duca di Ferrara moiTe anch’egli 1’ armi fue nel dì 11. di Maggio, e tornò a farfi rendere ubbidienza dal Poleiìne di Rovigo, da Elle, e da gli altri Luoghi , che anticamente furono fignoreggiati da’fuoi Maggiori, che nel precedente Autunno gli erano ilari ritolti da’Veneziani. All’approilìmarfi di sì poderolì nemici s’era già 1’efercito Veneto ritirato dal Verone fe a Vicenza ; ma perchè nè pur quivi lì tenne iìcuro, paisò oltre iùl D z Fa-