Anno MDLX. 567 que’tempi, perchè il folo difapprovare alcun de’veri abufi dominanti allora nelle vie della Pietà e della Dilciplina Ecclefiallica, ballava per far fofpettare una perfona zoppicante ancora nella credenza de i Dogmi, e per trarla alle prigioni, lenza che poi fi penfaffe da lì innanzi a drigar le loro caufe, non per colpa del Cardinal Ghislieri fupremo In-quilitore , ma per difetto di Papa Paolo 1V. che non fapea mai credere innocente chiunque capitava in quelle carceri. Redava dunque tuttavia accefo il procedo formato contra del Morone, ed egli non volendo grazia, ma fevera giullizia, fece iftanza, perchè folle decifo nella caufa fua. Ben ventilata quella da i più incorrotti Cardinali ( fra’ quali lo ilefio Ghislieri, che fu poi Pio V. ) emanò Decreto, con dichiarare nullo , iniquo , ed ingiuilo il procedo fuddetto , e con adolve-re pienamente come innocente il Morone. Parigiullizia fu fatta ad altri non pochi procedati fotto il defunto Pontefice, e fpezialmente ad Egidio Fofcherari dell’ Ordine de’Predicatori, Vefcovo di Modena , e Teologo dottidìmo di quelli tempi, a cui del pari avea Papa Paolo fatta patire la prigionia di due anni a cagion deU’amillà , che padava fra il Morone e lui. Atteso il naturale del novello Pontefice, inclinante fempre alla benignità e clemenza, niuno fi farebbe avvifato di vedere una fevera giullizia da lui cominciata nel prefente Anno , e terminata nel feguen-te. Brevemente in un fiato accennerò io quedo fatto, per cui fu un gran dire allora in tutta la Cridianità. Nel dì fette di Giugno fece Papa Pio IV. carcerare i Cardinali Carlo Carrafa, ed Aljonfo Carrafa, il primo Nipote, e l’altro Pronipote di Paolo IV. Similmente furono prefi Giovanni Carrafa Conte di Montorio, appellato Duca di Palliano, e Nipote del fuddetto Papa, e il Conte di Alife, e Leonardo di Cardine, uccifori della Moglie di edb Duca. Furono fatti rigoroli procedi contra di loro, tanto per quell’omicidio , quanto per altre iniquità o vere, o pretele, commeile da i due Fratelli Carrafi nel tempo del loro Nepotifmo, con varj inganni, che fi diceano da lor fatti al Pontefice Zio, e gravidimi danni cagionati per la loro ambizione e prepotenza a Roma, e a tutto lo Stato Ecclefiaftico. Furono deputati Cardinali al procedo de i due loro Colleghì , e fu dat^ al Governatore di Roma l’incumbenza di formar quello del Conte di Montorio e de’ fuoi complici. Durò quella criminal procedura lino aldi tre di Marzo dell’Anno feguente, in cui fi tenne Concilloro ; e quivi fu letto il procedo intero contra del Cardinale Carlo Carrafa: lettura, che durò otto ore. Per lui interpofero tutti i Cardinali le lor preghiere i ma fenza poter impedire la fentenza di morte. Però