I 7 8 Annali d’ Italia. tra di efli lì fcatenarono tutti i villani del paefe, uccidendo chiunque alquanto fi fcoftava dal corpo di battaglia . Intanto Pavia , AleiTandria, Como, Tortona, ed altre Città inaloerarono le bandiere Sforzefche. 11 Marchefe di Monferrato colle fue genti entrò in Aiti e in Novara, ma non ebbe la Fortezza di queft’ultima Città. In tanta rivoluzion di cole trovarono maniera i Miniitri Pontifizj d’indurre i Piacentini e Parmigiani a darfi allaChiefa: il che aprì .allora un campo di doglianze e difpute del Duca di Milano e dell'imperio contro il Papa: difpu-te ravvivate poi a’giorni noftri, ficcome diremo a Tuo tempo. Pretefe in oltre il Papa, che Afti dovelTe toccare a lui; ma non gliriufcìdi aver quel boccone. Fu ancora fpedito dall’efercito della Lega Giano Fregofo con mille cavalli e tre mila fanti a Genova ; alla comparfa de’quali fi ribellò tutto quei Popolo, e i Franzefi fi chiufero nel Cartelletto, e nella fortezza della Lanterna. Fu elio Fregofo proclamato poco appretto Doge di quella Repubblica . Mentre sì gran tracollo davano in Lombardia gli affari de’Franzefi , reliando idamente in lor potere Brefcia, Crema, e qualche For-(a) Paris tezza: (a) il Pontefice, raunate le reliquie dell’efercito disfatto fotto ¿t Graflìs. Ravenna , colla giunta di quattro altri mila fanti, fpedì fui fine di Mag-%Uuonaccòr}i. R*° quefta Armata in Romagna, per cui tornarono queramente alla Anonimo fua ubbidienza tutte quelle Città. Ne era Generale Francefco Maria PNaràidn°td ^uca ^’Urbino filo Nipote, il quale intimò poi la refa a Bologna. altri, * Vedendo i Bentivogli difperato il cafo , fe n’ andarono chi a Mantova, chi a Ferrara j e la Città di Bologna nel dì io. di Giugno capitolò col Duca, e col Cardinal Sigismondo Gonzaga Legato, i quali poi vi fecero folenne entrata nella Domenica feguente 13. di Giugno . Aveva intanto AljonJ'o Duca di Ferrara per mezzo del Marcheje di Mantova fiio Cognato, e di Fabrizio Colonna fuo prigione ( trattato nondimeno non come tale, ma come fuo amico ) tatti varj maneggi , per rientrare in grazia del Poniefice , ed era anche venuto il Salvocondotto per lui, e per li fuoi Stati. In vigore di quello, dopo aver egli mandato innanzi il Colonna ben regalato , e fenza taglia alcuna, s’inviò nel dì 23. di Giugno a Roma, dove giunto, fu ailo-luto dalie ceniure, ed ammeffo al bacio del piede di Sua Santità. Ma che ? I Principi d’ animo grande fi fan gloria di perdonare a i fupplicanti nemici. Papa Giulio al contrario parve , che fi facefle gloria fino di mancar di fede. Nel mentre che Alfonfo era in Roma, il Duca d’ Urbino non folamente occupò Cento, la Pieve, e le Terre della Romagna , fpettanti al Duca , ma eziandio inoltratofì a Reggio, non ottante il richiamo del Vitfurft Governatore Cefareo di Modena,