7° Annali dp Italia; che tornare (otto il crude! dominio oltramontano. Nel Martedì della fe-guente fettimana giunfe Gallone in vicinanza di Brefcia, e la notte in-troduffe nel Cartello quattrocento Lande ( con rimandare indietro i lor cavalli) e tre mila fanti. Fece nel dì leguenre intimare al Popolo, che Te non fi rendevano in quel dì, darebbe la Città a Tacco; e che rendendoli, otterrebbe il perdono dal Re. Altra rifpolla non riportò, ie non che iì voleano difendere fino alla morte. Attefe quella notte chi avea giudizio a metter in Moniftero le lor Mogli e Figliuole, e a feppellir ori, argenti, e gioie, dove più penfavano , che follerò Sicuri. La mattina leguente all’apparir del giorno, che fu il dì 19. di Febbraio, cioè il Giovedì graffo dell’Anno preTente , giorno Tempre memorando, fcefero dal Cailello i Franzefi. Si leggeva ne i lor volti 1’ impazienza e il furore per la voglia e iperanza del vagheggiato bottino. Battaglia fiera feguì a i primi ripari de’Veneziani. Superati que- ili colla morte di circa due mila Veneti, entrarono i Franzefi con grande Tchiamaizo nella Città, e ferocemente affalita la gente d’arnìi, che era alla difefa della piazza , dopo un TanguinoTo combattimento la mi-fe in rotta. Intanto il reilo dell’Armata Franzefe, che era fuori della Città, afpettando, che s’apriffe qualche Porta, vide fpalancarfi quella di San Nazaro , per cui fuggiva con ducento cavalli il Conte Luigi Avogadro , promotore di quella congiura. Reffò egli prigione, ed entrate quelle milizie finirono d’uccidere, diifipare, e far prigioni i Veneti e Brefciani armati, con tanre grida e rumore , che parea, che rovinaffe il Mondo. Mirabili colè vi fece Gallone di Fois, non folo come Capitano, ma come ottimo Soldato. Si fece conto, che vi mo-riffero più di Tei mila fra Cittadini e Veneziani , e fra gli altri Federigo Contarino Capitano di tutti i cavalli leggieri della Repubblica. Rimafero prigioni Andrea. Gritti Legato, Antnmo Giufìiniano Podellà , Gian-Paolo Manfrone, ed altri affailfimi Ufiziali. De’Franzefi vi morirono più di mille perfone. Terminata la battaglia, fi Scatenarono gli arrabbiati vincitori per dare il Tacco a quell’opulenta ed infelice Città. Durò quello quali per due giorni, ne’quali non fi può dire , quanta? foffe la crudeltà di que’cani, giacché in sì fatte occasioni gli armati non fan più d’ eiTere non dirò Criltiani, ma nè pur uomini, e peggiori fi fcuoprono delle fiere il effe. Non contenti de’mobili di qualche prezzo, fecero prigioni tutti i beneilanti Cittadini, obbligandoli con tormenti inuditi a rivelar le robe e danari afcofi, o a pagare delle e-forbitanti taglie, e molti per non poterle pagare furono trucidati. Entrarono anche in ogni Moniilero di Religiofi, e tutto il bene ivi ricoverato reilò in loro preda. Sul principio ancora del Tacco non pochi fcel-