474 Annali d’ Italia; dire frenata la loro infolenza. Imperocché buona parte d’erti fi ritirò ne’confini di Napoli, e della Tofcana, e un’altra continuò adinfe-itar la Romagna ; nè tutti gli sforzi di quel sì temuto Pontefice poterono apprettare una vera medicina al male. Crebbe poi queflo dopo la morte d’effo Sirto , e maffimamente perchè Alfonfo Picco-Iomini, Duca di Monte Marciano, caduto in difgrazia del Gran Duca Ferdinando, e con groifa taglia filila fua tefta perfeguitato daper-tutto, fi fece Capo di que’mafnadieri in Romagna; ed arrivato a mettere inficine alquante iquadre di cavalli, commettea frequenti alTaf-finj. Altrettanto facea Marco Sciarra altro Capo di banditi, e fcelle-rati in Abbruzzo con ifeorrere fino alle Porte di Roma , bruciar Cafa-li,ed efigere contribuzioni. Unironfi poi infieme quefte due efecra-bili Fazioni ,.ed aumentandofi di giorno in giorno la loro truppa, incredibili danni recavano, talmente che il terror d’effi fi ftendeva ben lungi. Perchè il Viceré di Napoli fpedì contra di loro circa quattro mila fol-dati, paffarono tutti in Campagna di Roma fui principio di Dicembre. il Gran Duca inviò Camillo del Monte con ottocento fanti, e dugento cavalli in traccia di coftoro. Da Roma ancora andò Virginio Orfino con quattrocento cavalli. Fu aiTediato lo Sciarra co i fuoi in un Cafale ; fopragiunfe il Piccolomini con circa feicento cavalli , fi venne a battaglia, in cui ben cento di que’ malvagi uomini furono ucci fi o prefi. Contuttociò gli altri la notte ebbero la fortuna di met-terfi in falvo. Oltre a queilo flagello, un altro di lunga mano maggiore fi provò ne’prefenti tempi quafi per tutta l’Italia, e maffima-mente nello Stato della Chiefa , cioè la Careftia, per cui la povera gente fi riduffe a mangiar erbe , cioè a pafeerfi d’un cibo , che folo bafta a recar la morte a gli Uomini. Se a’ tempi noftri o fon rare le Carertie , o ad effe fi provvede , è proceduto querto dall’introduzione , e dilatata coltura del Grano Turco , che Melgone o Frumentone vien chiamato in alcuni Paefi, fupplendo effo alla mancanza de’ Frumenti, e d’ altri Grani. Si applicò torto il novello Pontefice al foccorfo de’fuoi Popoli, nè tralasciò diligenza e fpefa per aiutarli. Ma quello, che maggiormente teneva in tempefta ì’animo d’effo Papa Gregorio, era il lagrimevole ffato della Francia, dove in quei!’ Anno fi fece guerra alla difperata fra Arrigo IV. Re, foftenuto principalmente da gli Ugonotti, e la Lega de’Cattolici, Capo di cui era il Duca d’ l/mena della Cafa di Guifa. Brevemente accennerò io, che nel dì 14. di Marzo fra i due Nemici eferciti fi venne ad una giornata campale preffo d’Ivrì, in cui Arrigo Principe di fingolar valore, quantunque inferiore di forze, diede una gran rotta all’ Umena con