Anno M D X V . IO L Papa fuo gran Protettore, il quale predando fede alle di lui protei-te , non tardò a fpedire un fuo Oratore al Colonna con ordine d’intimargli di non proceder oltre contra del Fregolo , minacciando in cafo di contraveuzione (oh quella è bella ! ) le pene fpirituali e temporali . Fu cagione una tal finfonia, che il Colonna , per non irritare il Papa , venifTe ad una convenzione col Fregofo , per cui quelli iì obbligò di non favorire i Franzelì; e sborfata gran quantità di danaro, che fempre era l’unico mezzo per quetare gli Svizzeri, fu la-fciato in pace. Ciò fatto volò il Colonna in Piemonte , per contraltare il palio a i Franzelì, i quali già erano con grandi forze giunti in Delfinato e in Provenza, ed aveano anche preparata in Marti-lia un’Armata navale. In quelli tempi non illava in ozio la Repubblica Veneta, incorag-gita dall’ imminente venuta de’Franzeti fuoi Collegati. Rinforzata il più che potè la fua Armata, giacché era non lieve gara e malanimo fra Y Alvtano , e Ren^o da Ceri, perchè 1’ ultimo facea continue querele, quali che l’altro 1’ avelie tradito con abbandonarlo, allorché avvenne l’afledio di Bergamo: prefe la rifoluzione di fepararli. Dichiarato dunque Renzo Generale della fanteria, l’inviò fegretamen-te con molté fchiere alla volta di Crema, dove in tre giorni felicemente arrivò . Intanto il Viceré Cardona , formato u% efercito di mille Lancie, di-otto cento cavalli leggieri, e di ottomila ottimi fanti, con un buon treno d’artiglieria s’incamminò a Vicenza, dove fog -giornava l’Alviano, il quale non volendo afpettare quella viiìta, fi ritirò tolto alle Brentelle: laonde entrarono gliSpagnuolì in quella mifera Città , correndo il Mefe di Giugno , e vi commifero de i gran rubamenti . Quanto frumento quivi li trovò, fu inviate a Verona; quanto ancora poterono eflrarne dal Polefine di Rovigo, lo conduf-fero a quella Città. Terribile era l’apparato dell’ armi in quelli tempi. Trovava!! alle porte d’Italia una potente Armata di Franzelì, più potente di gran lunga per la prefenza di un Re guerriero ed a-mato . All’incontro lino al numero di trentamila era crefciuto l’e-fercito de gli Svizzeri , che con Prospero Colonna , e colle truppe Du-chefche unito, andò a pollarti a Sulà , a Pinerolo , e ad altri fiti , per dove poteano tentar di sboccare i Franzelì . Fu d’uopo al Duca Maf-Jimiliano di mandare un corpo di milizie a Cremona , per tenere in freno Ren^o da Ceri, il quale da Crema facea frequenti fcorrerie (ino alle porte d’elTa Città. In quefto mentre giunfe a Piacenza Lorenzo de' Medici, Nipote del Papa, e Generale de’ Fiorentini, con cinquecento Lancie, altrettanti cavalli leggieri, e fei mila fanti , fpediti Tomo Ji, G 3 da Fi-