LIV nel cui anno Terzo, cioè nel 1526. è degno di coniìderazione ciò, che fcrive il Sig. Muratori intorno alla lega di Cugnach tra il Papa, il Re di Francia, la Repubblica di Venezia, quella di Firenze, e Fran-cefco Sforza Duca di Milano contro di Carlo V. Il Sadoleto, com’egli dice , avea dijfuafo il Pontefice da qusfia guerra, per attendere a pacificare le difcordie de’ Crifiiani, ed opporli al Turco. Tutto bene. Quello lo confeiìa all’anno ilelTo anche il Rinnldi; ma foggiunge però al nu. 10. che avendo il Papa contratto impegno co’mentovati Principi, ed in fpecie col Re di Francia, e d’Inghilterra, non poteva, lenza prima conferire l’affare con eili, recedere dalla lega, che era dall’altra parte giulliflìma, e ragionevole, come al num. 8. avea dimollrato il me-delimo Rinaldi. Quindi ognuno può vedere, con quanto poco fondamento dalle cole dette di fopra ne infenffe il nollro Ànnalifta : Che il Papa troppo politico tanto penfava a farla da Principe, che dimenticava i doveri dell'officio Pafiorale. Celebre è nello dello anno l’infulto dal Card. Pompeo Colonna fatto alla ileila perfona facra del Pontefice. Ce lo delcrive il Rinaldi al num. 19. che invade Roma con animo di trucidare il medelìmo Papa ed occupare egli quella fuprema dignità. Clemente ritiratoli in Cartel Sant’Angelo dovette accordarli a que’patti, perii quali vi & flagitio come al num. 68. dice il Rinaldi, colla violenza, e colla lcelleraggine aveano i Congiurati da lui ilrappato il confenfo. Acquietato il tumulto , e pollofi il Pontefice in iilato di non temere, procedette contro i ribelli a quel gailigo, che il l'acrilego loro attentato fi meritava. Una punizione così giuila , fe crediamo al Sig. Muratori, fu un impeto d’ ira, e di vendetta, da cui non lode, ma biafimo ritraile Papa Clemente. Ma come ira, e vendetta? Conlìlleva forfè unicamente il reato di colloro nell’affronto fatto alla fua perfona? La Baiilica Vaticana faccheggìata, le altre iniquità ivi commeffe, la follevazione fatta contro del fuo legittimo Principe non ergevano, come riflette al luogo fo-pracitato il Rinaldi, che li procedere alle pene più levere contro di effi , affinchè atterriti dal loro efempio non olafferò altri fcellerati a’ medefimi fomiglianti di rinovare un sì atroce misfatto? Non biafimo dunque, ma lode fomina appo tutti i buoni farà quindi riiùltata al Pontefice; mentre non lì può difapprovare la fua condotta, fenza approvare il delitto de’traditori. Funeiliffimo riufcì quell’anno alla Criilianità per la fconfitta data agli Ungheri dal Turco, nella quale perì {inferamente il loro Re Lodovico, giovane coraggiofo, ma troppo arrifchiato. Ne parla il Sig. Muratori, e con poco vantaggio del Papa, dicendoci, che di quelta disgrazia venne a lui attribuita la colpa, anche da Carlo V. per avere eflo voluto mantenere le guerre tra Criiliani. Di Carlo V. io in que- llo ca-