i$4 Annali d° Italia. non già di Duca, ma di Capo e Governatore della Repubblica Fiorentina, con aflegno di dodici mila Fiorini d’oro l’anno, e con limitazioni al precedente governo. Accettò Cofimo ogni condizione a mani baciate, ben prevedendo, che col tempo avrebbe da prendere legge, chi ora a lui la dava. Per l’allegrezza fu poi fvaligiato da i faldati il fuo Palazzo, e per vendetta iaccheggiato quello di Lorenzino. Per non tornare più a coflui, il quale come apparifce da una Letteci Leitert ra a M. Paolo del Toifo (a), e dal Varchi, venne fregiato dai fuo-iorentini col titolo di Brutto novello Tofcano, dirò che in Firenze fu poi fmantellato il fuo Palazzo, facendovi paifare pel mezzo una rtrada appellata del Traditore ; fu promeifa gran taglia a chi il def-fe vivo , o l’uccideife ; e dipinta la fua effigie pendente dalla forca. Andò poi egli in Turchia; tornò a Venezia, e di là pafsò in Francia; finalmente ritornato a Venezia, fenza rumore fu privato di vita nel 1547. Succederono pofcia varie altre fcene in Firenze e per la Tofca-na, che lungo farebbe il voler riferire. Solamente aggiugnerò, che Alefjandro Vitello s’impadronì con inganno della Fortezza di Firenze, e fe ne fece bello coll’ Imperadore, fcrivendogli di tenerla a nome e volere della Maeflà fua. Si meritò egli per quello il nome di Traditore . In gran moto fi mifero dipoi i Cardinali e fuorufciti Fiorentini, per gualtare la rifoluzion prefa in favore di Cofimo dè Medici. Ma andarono a voto i loro per altro deboli tentativi e difegni, e molti d’ eilì, fra’quali fpezialmente Filippo Strofi lor Capo, furono condotti prigioni a Firenze, e coi tempo anche decapitati, fuorché il fuddetto Filippo, che poi nell’Anno feguente fi trovò morto in prigione, con far correre voce , che fi fofTè uccifo da sé rteffo. SEGUiTo’nel prefente Anno la guerra in Piemonte fra gl’imperiali e Franzefi. In uno flato compafiìonevole fi trovava ben allora Car- lo HI. Duca di Savoia, da che avea nemici i Franzefi, e gl’imperiali amici bensì, ma lenza gagliarde forze, e intanto fi defolava e lacerava tutto il fuo paefe, ora in mano de gli uni, ed ora de gli altri cadendo le lue Terre e Cartella. Andò il Marchefe del Vafto all’ affedio di Carmagnola con Francefco Marchefe di Saluto, che colpito d’una archibufata, ivi lafciò la vita. Effondo fui principio di Giugno arrivato di Francia a Pinerolo il Signor d'Umieres con alcune migliaia di Tedefchi, il Vafto fi ritirò ad Arti, Città pofcia indarno affediata Beleaìre. da i Franzefi. (¿) Venne bensì Alba con altri Luoghi in lor potere; ma Giovio. non tardarono gl’imperiali a ricuperarli, e a prendere Chieri, e Chie-spondlno. rafeo. Rinforzato poi l’efercito Cefareo da molte truppe venute di .Germania, forfè avrebbe tentato cofe maggiori; ma d’ordine del Re di