408 Annali d’ Italia. formidet, dalla porta dell’Oratorio , in vicinanza di quattro braccia, gli fparò un' archibugiata. 11 colpì una palla nel mezzo della fchiena, ma non palsò il rocchetto, e cadde a terra. Più d'uno de’quadretti, onde era carico l’archibugio, penetrò fino alla cute, e folamente vi lafciò un nero fegno . Gli altri quadretti percoffero il muro in faccia, e vi fecero uno fquarcio. Si fentì il fanto Arcivefcovo urtar sì forte da quefto colpo, che cadde boccone fullo fcabello, e fi tenne per ferito a morte. Pur flette faldo , finché fofle terminata l’Orazion , dopo la quale fi trovò egli fano e falvo con fegno manifello della mano di Dio, che miracolofamente il prefervò dalla morte. Ebbe tempo il ficario di fuggire e di nafconderii ; ma non fi afcofe già alla Giuitizia di Dio, perchè di lì a qualche tempo fcoperto ebbe il meritato gailigo, tuttoché il buon Cardinale faceife il poifibile per falvargli la vita. Per tanta iniquità fu poi totalmente eilinto da Papa Pio V. nei dì 8. di Febbraio del 1571. 1’Ordine de’Frati Umiliati. Anno di Cristo mdlxx. Indizione xm. di P 1 o V. Papa 5. di Massimiliano II. Imperadore j. ANcorche’fi godefie in Italia la Pace, Anno fu quefto di calamità non lievi, anno fpezialmente lagrimevole per la guerra mo£ fa da i Turchi alla Criilianità. Era cominciata nel precedente una c,ra-viflìma careftia, che continuò per gran parte di queft’Anno, affliggendo chi più chi meno tutti i Popoli dell’Italia. Maflìmamente in Venezia fi provò quefto flagello, laonde la faviezza di que'Reggenti non ebbe altro ripiego , che di metter mano a i Magazzini de’grani, rifer-bati pel bifogno delie Armate, confidando in Dio di rifarcir quello danno. Servì anche tal difavventura per far maggiormente rifplendere in Roma e nello Stato Ecclefiaftico I’amor paterno di Papa Pio V. avendo egli proccurato de’grani dalla Puglia, e fin di Francia, e fattili diftribuire a minor prezzo a i Popoli. In gloria fua fi rivolle la graffa perdita, che per tal cagione fece la Camera Pontifizia. Ma ciò , •che maggiormente anguiliò gli animi de gl’italiani, fu l’eiferfi ornai fcoperta ed avverata ¡’intenzione de’Turchi contra di Cipri. Che bell’ Jfola, che deliziofo e fertile paefe folle anticamente Cipri, non ha bifogno d’impararlo da me, chiunque ha qualche tintura della Geografia . Finfero gli antichi, effer ivi nata Venere, per fignificar le iue delizie. E finché queiiTfola, non immeritevole del nome di Regno, ebbe i